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In bicicletta nel Delta del Po tra storia e natura
Vi proponiamo un giro in bicicletta e barca alla scoperta di una delle zone meno conosciute della nostra Italia, nonostante sia anche una zona dove il lavoro degli uomini ha contribuito in maniera determinante alla sua formazione, al suo consolidamento e al suo mantenimento nello stato attuale: il Delta del Po.
Un po’ di storia
La storia moderna del delta inizia nel 1600 quando i veneziani nel pieno della loro potenza commerciale decisero “cambiare la direzione” al corso del grande fiume. Il delta non doveva più essere così a nord, verso l’attuale foce dell’Adige, ma molto più a sud, come ora. L’opera fu portata a termine in soli 4 anni e il 16 settembre del 1604, le acque vennero deviate, dando un importante impulso al Po di Venezia e alla formazione dell’attuale delta.
Alcuni pensano che l’esigenza di quest’opera derivi dalla voglia dei veneziani di salvaguardare la laguna minacciata dalla grande quantità di detriti portati dal fiume, altri dalla volontà di bloccare il fiorente porto di Goro, sotto l’influenza degli Estensi. Di fatto senza quest’opera e il lavoro delle genti del posto prima per bonificare la zona, poi per mantenerla e preservarla, noi oggi non potremmo proporvi questo itinerario tra terra e acqua, tra il fiume e il mare, dove tutto si mescola.
Tornando alla nostra storia, qualche anno dopo l’inaugurazione del taglio, gli affari per Venezia non andavano bene, a causa dello spostamento dal mediterraneo al nord atlantico, della maggior parte delle linee commerciali e pertanto la Serenissima, decise di mettere all’asta i nuovi terreni che nascevano.
Molte nobili famiglie veneziane, tra le quali i Contarini, i Tiepolo, i Farsetti, i Zen, i Vendramin e molte altre ancora, decisero di investire nei terreni e di costruire le proprie case padronali, dando vita a quelli che ancora oggi sono i paesi della zona.
Il tour in bici e barca
Ed è proprio da Cà Tiepolo che parte il nostro giro in bicicletta. Percorrendo la sommità dell’argine in direzione della foce, si arriva al ponte dell’unione, che collega l’isola della donzella, dove si trova Cà Tiepolo, all’isola di Cà Venier, dove pedaleremo.
Attraversando il ponte si può godere della maestosità del grande fiume, malgrado a questo punto, abbia già perso tre dei 5 rami in cui si divide. Finito il lungo rettilineo si seguono le indicazioni per Pila. Si supera San Giorgio e si prende l’argine del po’ di Maistra, una delle diramazioni.
Il percorso ciclopedonale ci porta a Boccasette e continuando in direzione di Cà Zuliani, si ha la possibilità di vedere le valli (come si chiamano nella zona) specchi d’acqua chiusi, dove vengono allevate rinomate qualità di pesce (branzini, orate, cefali e le anguille).
La chiamata dei pesci
A tal proposito vi suggeriamo una visita nella zona anche nel periodo dai primi di ottobre fino alla fine di novembre, quando i pesci vengono “chiamati” e pescati. La chiamata così detta, viene fatta immettendo nelle valli acqua di mare, più salata e calda, che i pesci interpretano come l’arrivo del mare e quindi sono loro stessi che vanno (chiamati) negli sbarramenti, dove poi vengono poi pescati. Una tecnica unica, che porta con se una sapienza che è stata sviluppata nel corso dei secoli dai polesani e che merita di essere conosciuta e vista all’opera.
Proseguendo si possono incontrare germani reali, fischioni, folaghe, aironi e anche i fenicotteri. Arrivati a Cà Zuliani, si prosegue lungo l’argine per Pila. Appena usciti si incontra il complesso appena ristrutturato della corte agricola, con la grande aia. Dalla sommità dell’argine è possibile ammirare la biforcazione tra il Po di Tolle e Il Po di Venezia, che ora arriverà al mare senza altre uscite.
Arrivati all’abitato di Pila è possibile lasciare le biciclette e in prossimità delle “cavane” , i ricoveri delle barche dei pescatori, prendere una barca e farsi portare alla scoperta delle buse, delle lagune nelle zone dove le acque del Po si mescolano con quelle del mare e danno vita a quell’intreccio di canali che vi consentono di navigare fino al faro di Pila, ammirando stormi di uccelli intenti a riposare e rifocillarsi in tutta tranquillità. Lo spettacolo è davvero unico, da solo vale la fatica della giornata.
In questa zona vedrete le conseguenze della subsidenza, cioè l’abbassamento del suolo a causa dell’estrazione negli anni dal 1930 al 1961 del metano. Qui il mare, piano piano si sta riprendendo quella zona costiera che era stata bonificata, creando lagune salmastre con costruzioni fantasma, che venivano utilizzate come depositi di materiale e che ora sono allagate.
Una volta tornati alle biciclette, possiamo fare un giro per il paesino di Pila, e proseguendo costeggiamo la laguna di Barbamarco, dove troviamo il porto peschereccio e il mercato del pesce all’ingrosso. Ritornati sull’argine principale del Po di Venezia, lo seguiamo e possiamo renderci conto come tra il livello del fiume e quello delle terre ci sia una differenza di cerca due o tre metri a sfavore delle terre.
Senza le idrovore che ancora sono attive e senza il continuo lavoro di consolidamento degli argini e delle terre , qui tutto sarebbe sommerso dall’acqua. A ben vedere questa zona potremmo chiamarla i “paesi bassi” dell’Italia. Seguendo l’argine, arriviamo ad incrociare il ponte dell’unione, che ci riporta con un ultimo sforzo a Ca Tiepolo, punto di partenza della nostra biciclettata.
In tutto in bicicletta avremo percorso circa 30 km, nei quali avremo potuto renderci conto della fatica e della caparbietà dei Polesani nel difendere le loro terre e di quanto questo li renda fieri e attaccati alle loro case. E del perché malgrado le difficoltà quotidiane, la paura del fiume e delle sue piene, non vogliano andarsene, ma anzi ritornare, come chi è scappato dopo l’ultima disastrosa piena del 1966 e che ora, magari in pensione, decide di ritornare e riprendersi ciò che allora sembrava completamente perso, dando nuova linfa a questa terra, come il grande fiume … appunto.
Il Po a tavola
Se avete voglia di “assaggiare” queste terre, vi consigliamo in ristorante Aurora, non lontano da Ca Tiepolo, qui troverete i piatti della tradizione e anche qualche piatto rivisitato come le “margherite ripiene di rombo con sugo di mazzancolle”, decisamente interessanti.
E se dopo aver pedalato e mangiato desiderate fermarvi a dormire, in una di quelle case padronali della nostra storia, vi suggeriamo: Tenuta Cà Zen a Porto Tolle, direttamente sulla pista ciclabile ai bordi del Po’, immersi in un magnifico parco.
Per tutte le informazioni http://www.aqua-deltadelpo.com/