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Se chiedete a un padovano quale sia il posto più vicino per ritrovare se stessi dopo una settimana di frenesia, corse contro il tempo e impegni tra famiglia, studio o lavoro, è molto probabile che vi indicherà, per rigenerarvi, i colli Euganei. Meglio ancora con una bicicletta e un bicchiere di vino rosso. Se rivolgete la stessa domanda a un vicentino è altrettanto sicuro che vi presenterà i colli Berici come la meta dei vostri sogni, magari con una sosta a base di baccalà.
Un itinerario che lega gli Euganei ai Berici
Al netto dei campanilismi, e a onor del vero, passare una giornata in bicicletta tra i due comprensori veneti può essere la soluzione migliore. Un universo di bellezza naturale a due centri, tanto vicini quanto diversi. L’itinerario che lega gli Euganei ai Berici è adatto per chi ha buone gambe, passione per la natura e non disdegna la cucina tradizionale.
I colli Euganei
Partendo da Padova alla buon’ora, per raggiungere la Val dei Molini di Arcugnano (Vicenza), il percorso è per lo più pianeggiante e in prevalenza asfaltato, ma 90 km – tra andata e ritorno – un po’ di allenamento lo richiedono. Per i cicloturisti senza stress e gourmand questo bike tour si completa in una giornata. Agli sportivi avidi di pedalate ma più attenti alla linea sarà sufficiente molto meno.
Da via dei Colli, lungo gli argini del fiume Bacchiglione e attraverso le strade di campagna, la via è piacevole e tranquilla. Nel torpore del paesaggio rurale nessuno spazio ai colpi di scena, se non una tavolozza di colori tenui tutt’attorno. Appoggiate la bicicletta quando passate per Creola di Saccolongo, per una capatina alla barchessa Pisani, prima di proseguire verso Cervarese Santa Croce e il castello di San Martino della Vaneza. Edificato più di un millennio fa per controllare i traffici fluviali, è sopravvissuto alle lesioni del terremoto nella primavera del 2012. Il sisma ha danneggiato i merli dell’antico torrione, ma dopo alcuni mesi di consolidamento è tornato accessibile. E al suo interno il museo archeologico del fiume Bacchiglione.
I Colli Berici
Proseguendo verso Montegaldella, che per qualche bizzarro motivo si presenta come “il paese del saluto”, si raggiunge il territorio vicentino. E chi ama il baccalà qui non può che arrendersi alla prima deviazione gastronomica. A poco più di un chilometro dalla via principale vale la pena provare la trattoria da Cirillo, che da 70 anni mantiene e rinnova la cucina veneta, giocando con il gusto forte dello stoccafisso rivisitato in tante salse originali.
E di nuovo verso Vicenza. L’area euganeo-berica è qui sfumata. Punto di raccordo tra i due comprensori è una strada poco consona ai cicloturisti, la statale Berica, passaggio necessario per raggiungere l’ottima ciclabile della riviera berica. Finalmente si viaggia lungo la vecchia ferrotramvia. Dove c’erano le rotaie ora sono le biciclette a farla da padrone.
Il lago di Fimon
Arrivati alle porte della città del Palladio per raggiungere il lago di Fimon ci si scontra con la poesia dei colli, delle valli incantate, di manciate di case sparse fuori dal tempo. Poi uno specchio d’acqua attorniato da mille sfumature di verde. I colli a fargli da scrigno, i cigni e le gallinelle d’acqua per custodi, le ninfee ad accarezzarne la superficie. È Fimon, attorniato dalla stradina sterrata da percorrere in bicicletta, sembra il posto ideale per pic nic e relax, ma c’è anche chi pesca e si spinge al largo a colpi di pagaia. Diversi i locali dove trovare ristoro prima di rimettersi in sella verso la valle dei Molini, in direzione Vicenza.
Per raggiungere quest’angolo di paradiso una stradina che porta al paesino di Fimon, prima di insinuarsi in un sogno ad occhi aperti dove la natura domina sull’uomo. I valligiani sono ospiti rispettosi, che hanno fatto di questo luogo il proprio habitat, seguendone i ritmi e accettandone il silenzio perfetto. Il sentiero, lungo 13 chilometri, si dipana tra le contrade ad anello. Le ruote dei mulini ad acqua sono ora immobili, ma gli eredi dei mugnai vicentini non esitano a rimetterli in funzione e a raccontare con orgoglio la storia di un’attività dimenticata.
All’estremità della valle ad attendervi la grotta con la madonna di Lourdes e il rustico dell’associazione Amici di val dei Molini, nata nel 1969 per preservare questa terra fragile e mostrarne le meraviglie.
Il richiamo alla realtà si avvicina, ma per concludere l’itinerario con un sorriso c’è l’osteria “Al centro” da Carletto, ambiente originale, dove l’arte e la musica si intrecciano in un’esplosione di spontanea accoglienza. Bruschette, salumi e taglieri sono la ricetta ideale per ripartire, e per affrontare al meglio la lunga strada di ritorno.
Informazioni: Amici della bicicletta di Padova