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Partiamo da un dato di fatto, il 2020 ha registrato un boom delle vendite e la riscoperta della due ruote, ma è aumentata anche l’attenzione delle amministrazioni locali verso questo ecologico metodo di trasporto. Ne abbiamo parlato con Piero Nigrelli, Direttore settore ciclo e motociclo Confindustria – Ancma.
Nel 2020 la bici ha dato i numeri?
La straordinarietà del 2020 deriva da tre diversi fattori. Il primo è stata la “liberazione” dal lockdown con le persone che avevano bisogno di uscire di casa e la bicicletta ha permesso spostamenti più lontani di quelli a piedi. I negozi di riparazione di bici sono stati presi d’assalto. Tutti tiravano fuori la bicicletta dimenticata da anni in garage con bisogno di essere risistemata. Faccio un esempio. Sono state tante le richieste di gomme 26 pollici, che non si producevano più da oltre un decennio, tanto che finiti tutti gli avanzi di magazzino, sono stati ripresi i vecchi stampi per produrne di nuove.
Quindi la necessità della bici come momento di svago …
Non solo, e arriviamo al secondo fattore. Il secondo step è stato quando si è dovuto ritornare al lavoro in un momento in cui si aveva paura di salire sui mezzi pubblici e comunque questi erano ridotti di capacità di ingresso. E’ stato allora il momento degli acquisti di city bike e similari, ideali proprio per gli spostamenti in città casa e lavoro. Nello stesso tempo i Comuni hanno iniziato a fare delle modifiche sulla viabilità stradale permettendo anche a questa fascia di utenti una maggiore sicurezza.
E gli incentivi statali hanno contribuito?
Certo è la terza ragione. Si è registrato un 20% di vendite in più rispetto al 2019, siamo passati dalla vendita di 1 milione e 700 mila a 2 milioni e 50.000 veicoli venduti, circa 350mila mezzi in più. Con un vero e proprio boom per le bici elettriche.
I nuovi incentivi 2021 consolideranno al trend?
Si è probabile, ma sarà enormemente inferiore rispetto al 2020. Più che altro saranno rottamate vecchie auto a favore di automobili meno inquinanti.
Cosa si dovrebbe fare per promuovere la ciclabilità delle nostre città?
Ci stiamo relazionando in continuazione con le amministrazioni locali, assieme alle associazioni ambientaliste, e abbiamo riscontrato risposte positive su tutti i fronti. Si cerca di investire su questo aspetto, d’altronde è una decisione in parte necessaria per motivi ambientali delle città.
Cosa possiamo auspicare per il futuro, anche a breve termine?
Speriamo di continuare in questo cammino a favore della mobilità ciclistica. Oggi la strada è in mano alle auto, dobbiamo invece pensare ad un cambiamento che implichi una rete ciclabile nelle città.
A cosa dobbiamo puntare?
Ad una mobilità smart, che individui il veicolo adatto a seconda dello spostamento. Ad esempio, se devo fare 4 chilometri prendo la bici, se ne devo fare 20 lo scooter, 50 l’auto, 300 il treno, più di 1.000 l’aereo.
I dati dell’Osservatorio Focus2R
Siamo arrivati al quinto rapporto dell’Osservatorio Focus2R promosso da Confindustria ANCMA e Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia, che fotografa le politiche comunali in favore di ciclisti e motociclisti. I risultati del monitoraggio, che non rappresenta i cambiamenti dettati dall’emergenza Covid19 attenendosi a dati relativi al solo 2019, rende disponibile un patrimonio di informazioni su piste ciclabili, sharing mobility, parcheggi dedicati e altri aspetti legati alla mobilità su due ruote nei centri urbani fornito direttamente dalle amministrazioni locali. Dopo cinque edizioni, l’ultima rilevazione conferma la graduale ascesa della mobilità su due ruote nell’agenda politica delle città italiane, seppure ancora troppo lenta e accompagnata da due ricorrenti campanelli d’allarme: la sicurezza degli utenti della strada e il profondo divario tra nord e sud del Paese nelle misure messe in campo. Salgono la disponibilità media di piste ciclabili, ciclopedonali, zone 20 e 30 km/h (+6% rispetto al 2018 e +20% dal 2015), la possibilità di accesso delle biciclette alle corsie riservate ai mezzi pubblici e il numero di Comuni con postazioni di interscambio bici nelle stazioni ferroviarie, mentre sono in calo le città in cui è consentito il trasporto di biciclette sui mezzi pubblici e quelle dotate di un servizio di bike sharing, che passano dal 57% del 2018 al 53% del 2019. Una leggera diminuzione quest’ultima, che incide anche sul numero degli abbonati (-10%) e su quello dei mezzi (-14%). Sono tuttavia i dati sulla sicurezza dei ciclisti a destare preoccupazione: 253 delle 3.173 vittime della strada del 2019 sono stati infatti ciclisti (in aumento del 15% rispetto al 2018).
I numeri del Focus
Top 5 per infrastrutture ciclabili (metri equivalenti per abitante) – Reggio Emilia, Cremona, Mantova, Lodi e Ravenna.
Top 5 per parcheggi biciclette nelle stazioni ferroviarie – Bologna, Venezia, Firenze, Ferrara e Treviso.
Top 5 bike sharing (bici/1.000 abitanti) – Milano, Mantova, Bologna, Bergamo e Padova. Nel capoluogo lombardo sono presenti più di 13.000 biciclette, 4.000 a Firenze, 3.500 a Torino, 2.500 a Bologna. Solo queste quattro città contano il 75% della flotta complessiva disponibile in tutti i capoluoghi in Italia.
Top 5 per disponibilità parcheggi (stalli per 1.000 abitanti) – Firenze, Savona, Bergamo, Bologna e Bolzano.