Quante volte vorremmo avere la chiave giusta per aprire la porta che ci conduce alla via giusta? Non sempre la si trova o non subito, l’importante è cercarla. E la chiave verde per l’Italia arriva sottoforma di proposte targate Legambiente e Kyoto club. Per le due associazioni “la mobilità elettrica, condivisa, ciclopedonale e multimodale è l’unica possibilità per tornare a muoverci più liberi e sicuri dopo la crisi Covid-19 e per il rilancio industriale del Paese”.
Da dove partire? Con gli investimenti del Next Generation EU, l’unica possibilità per ricominciare a muoversi tutti più liberi e sicuri. Rispondono. Così hanno dichiarato all’apertura della European Mobility Week, le due associazioni ed hanno presentato dodici proposte indirizzate a Governo e Parlamento per il prossimo triennio 2021-2023, insieme ad alcuni provvedimenti immediati pensati per viaggiare meglio e per cogliere le molteplici opportunità offerte dalla nuova mobilità verde.
Dai fondi a sostegno della nuova economia circolare delle batterie per la trazione elettrica a quelli per la nuova mobilità a emissioni zero (MEZ) in grandi e piccole città; da un trasporto pubblico totalmente elettrico a misure rapide da mettere in campo, come il 10% dell’Iva da destinare alla sharing mobility o la detassazione dei benefit di mobilità sostenibile alle famiglie dei lavoratori: queste alcune delle proposte elaborate in prospettiva di una mobilità leggera, connessa e condivisa che nel mondo sta via via soppiantando i vecchi motori fossili inquinanti.
La green mobility, oggi più che mai viene percepita come cruciale per tracciare un futuro sostenibile ridisegnando lo spazio pubblico e alla quale occorre imprimere una svolta incisiva. Ma quel può essere il percorso verso la green mobility? Con la Legge di Bilancio 2019 sono arrivati i primi bonus destinati ai veicoli elettrici (auto e moto) ed è iniziata la prima sperimentazione della micromobilità elettrica; con la Legge di Bilancio 2020, si sono ottenuti l’equiparazione dei monopattini alla ciclabilità urbana e il bonus mobilità senz’auto; attraverso i “decreti Covid-19” sono nati nuovi percorsi ciclabili urbani, la precedenza bici e le cosiddette “stazioni avanzate”. Da qui dicono in un comunicato.
“Tra legge di bilancio e Recovery Fund, è tempo di un deciso cambio di passo”, – dichiara Andrea Poggio, responsabile mobilità di Legambiente. – “Bisogna puntare sulla green mobility fin dal bilancio 2021, per poi darsi un piano coerente e concentrarsi su pochi ma grandi progetti nazionali di rilancio in vista del 2021-2023, senza cedere a clientelismi né erogare ‘bonus’ a veicoli inquinanti. Chiediamo, ad esempio, fondi per il sostegno a politiche industriali sulla nuova economia circolare delle batterie al litio prive di cobalto. Ancora, politiche di sostegno alla nuova mobilità a emissioni zero: trasporto pubblico solo elettrico, 10% dell’Iva per la condivisione (sharing) dall’auto elettrica al monopattino, detassazione dei benefit di mobilità sostenibile alle famiglie dei lavoratori. Così si coniugano sviluppo industriale sostenibile e politiche sociali, offrendo mobilità elettrica a tutti”.
“Siamo in una fase di rapida transizione dei sistemi di trasporto, come ci ricordano i 60 miliardi di euro che le aziende europee hanno deciso di investire in fabbriche di batterie e auto elettriche – dichiara Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club. – “L’Italia parte, come sappiamo, in forte ritardo in questo settore strategico, ma ha un enorme potenziale in imprese specializzate in sistemi elettrici, carrozzerie e powertrain che potrebbe venire valorizzato. Ma occorre una decisa spinta dello Stato per favorire aggregazioni, adottare Procurement innovativi, favorire accordi internazionali in modo da far partecipare anche il nostro Paese alla rivoluzione in atto. Definire, come hanno fatto diversi paesi, una data limite (2030) oltre la quale non si potranno vendere auto a combustione interna rappresenta un segnale forte che andrebbe adottato”.
In sostanza Legambiente-Kyoto Club lanciano sei proposte di riconversione industriale o riforme strutturali: la nuova economia circolare delle batterie per la trazione elettrica (European Battery Alleance), cui destinare 2 miliardi di euro; il trasporto pendolare elettrico (treni e autobus soltanto elettrici) – 4 miliardi; green logistics, elettrificazione porti e interporti, treni e ultimo miglio – 3 miliardi; CittàMEZ (mobilità a emissioni zero) entro il 2030 – 3 miliardi; la riconversione automotive (componentistica, concessionari, officine, distribuzione energia) – 1 miliardo; riforma del codice della strada e riforma fiscale del trasporto. Ammontare complessivo della spesa: 13 miliardi di euro. Rimane aperto il tema di un settimo progetto strategico, che coinvolga un grande produttore automobilistico capace di scommettere sull’auto elettrica nazionale.
A questo si aggiungono delle proposte da mettere in campo da subito come la conferma e il rifinanziamento dal 2021 del bonus mobilità senz’auto in tutte le città inquinate – 300 milioni di euro all’anno; estensione del welfare mobilità dal TPL alla mobilità sostenibile per milioni di lavoratori e famigliari; 10% dell’Iva per tutti i servizi di sharing mobility, al pari del TPL; mobilità pedonale e ciclabile sicura in città + mobilità scolastica – 600 milioni; rimodulazione delle accise e cessazione dei sussidi a biocarburanti dannosi come l’olio di palma – costo zero; riformulazione del piano rete ricarica elettrica e rifinanziamento con meccanismi incentivanti per i privati – 50 milioni. https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2020/09/GreenMobility_LA_KC_proposte.pdf