Nella lista dei vincitori, dal 1901 al 2015, figurano: attivisti, capi di Stato, politici, missionari laici e non, giornalisti, abili negoziatori, uomini di scienza, organizzazioni non governative fondate con la speranza di salvare l’uomo da se stesso, o quantomeno di instillare il seme della democrazia. Tra le proposte (sibilline) per il 2016, stiamo parlando niente meno che del Nobel per la pace, la trasmissione di Rai Radio2 Caterpillar ha lanciato una candidatura atipica. Non un Obama o una Madre Teresa, né Croce Rossa o Nazioni Unite. Perché non premiare “il mezzo di spostamento più democratico del mondo”, alias la bicicletta?
Il programma condotto da Massimo Cirri e Sara Zambotti, con la campagna #BikeTheNobel, rompe gli schemi del Comitato norvegese. Su 96 premi assegnati in più di un secolo di storia, 65 sono andati a un singolo candidato, 29 sono stati condivisi da due vincitori, mentre 2 volte è capitato di premiare un terzetto. Dei 4857 nominati si contano 690 organizzazioni internazionali, 1694 candidati dell’Europa occidentale, 323 dell’Europa dell’Est, 964 e 345 candidati rispettivamente del Nord e del Sud America, 677 asiatici e 164 africani. Quanto alla bicicletta, oltre ad essere il mezzo più accessibile del mondo, strumento di pace, di resistenza, di affermazione, di evoluzione dei costumi, è uno di quei pochi, semplici arnesi che non appartengono a nessun luogo, ma all’umanità intera, senza distinzione di razza, lingua, religione.
Contro terrorismo e guerre civili? Schieriamo il potere di telai, manubri e campanelli. Nel manifesto ideologico di Caterpillar la bicicletta è il mezzo che riduce le differenze sociali, elimina il conflittuale problema del petrolio, mostra che un modello di sviluppo diverso è possibile, non inquina, ci rende liberi e aperti sin da bambini.
Diversi i modi di sostenere la candidatura. Da una semplice firma (da inviare a caterpillar@rai.it) ai sondaggi sull’uso della due ruote, fino alla staffetta a pedali per portare la candidatura a Oslo nel febbraio 2016. Ma l’idea non si è fermata ai confini del Belpaese. Il webzine spagnolo Iberobike.com ha lanciato una petizione su Change.org, mentre sui social network l’hashtag da seguire e condividere è #BikeTheNobel.