Annoverare la “guida ciclistica” come una professione del futuro forse vi farà un po’ sorridere: in questi anni di bike boom, in questi anni di impennata del (ciclo)turismo green e in questi tempi in cui la “vera” e sana attività all’aria aperta ha fatto un grande balzo in avanti, beh, in tutti questi anni di accompagnatori che conducono gruppi o singoli in divertenti scampagnate in bicicletta abbiamo conosciuto una crescita esponenziale.
Appunto: in tutti questi casi si tratta di figure che a livello formale svolgono tale attività in modo dilettantistico e occasionale, nella maggior parte dei casi sotto il cappello di Associazioni Sportive Dilettantistiche. Tutto questo anche volendo lasciare da parte i casi frequenti in cui queste figure sono assolutamente “improvvisate” o autogestite, totalmente prive di qualsiasi titolo, abilitazione o corso propedeutico.
Per carità, nel mondo dell’associazionismo capita spesso di trovare figure altamente preparate, guide esperte che sanno bene come e dove accompagnare persone per gite più o meno impegnative in bicicletta. Ma in tutti quei casi si tratta di profili che – quanto meno a livello formale – non considerano la mansione di guida ciclistica come attività professionale o come loro lavoro principale.
Anche per colmare questa lacuna è nata a marzo l’Associazione delle Guide Cicloturistiche Italiane, prima realtà associativa che all’interno di questo settore è stata riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico e che può rilasciare un vero attestato di qualità e di qualificazione professionale.
Andando a scorrere nel lunghissimo elenco di queste realtà riconosciute dal Ministero è possibile trovare una lista enorme di associazioni delle più disparate, ma il riconoscimento assegnato dal MISE alla neonata AGCI è comunque un significativo passo avanti normativo per un settore che ha ancora grandi potenzialità di crescita.
«Ho fondato questa associazione assieme ad altri dodici soci formatori, dove ognuno ha un proprio ambito di interesse e le sue competenze specifiche»: ci spiega Paolo Aprilini, Presidente dalla nuova realtà e da anni impegnato nel mondo del ciclismo e del cicloturismo, sia come tecnico sia come guida cicloturistica.
«Questa iniziativa nasce in trenta e più anni di attività, – spiega Aprilini – e affonda le radici in quelle che erano le prime scuole di mtb degli anni Novanta ed oggi ha trovato l’interesse delle Regioni, dei Comuni e delle realtà territoriali, le stesse che ci siamo accorti avere un grande bisogno di figure che possano raccogliere professionalmente e in modo strutturato delle richieste che negli ultimi anni sono solo state accolte per lo più con progetti a sé stanti, sviluppatisi a macchia di leopardo sul territorio. Sì, è vero in Italia ci sono tantissime associazioni che fanno da anni un’attività simile, ma nessuna era mai riuscita ad ottenere il riconoscimento del Ministero dello Sviluppo Economico e nessuna di queste punta a creare una vera figura professionale ».
Il progetto parte infatti dalla figura di guida nel turismo, che a livello normativo è precisamente codificata, ma che non ha mai avuto un inquadramento specifico nell’ambito del ciclismo: «Puntiamo a formare guide che abbiamo una loro posizione autonoma, che siano liberi professionisti che lavoreranno in proprio oppure che siano dipendenti di società che possono essere bike hotel, realtà alberghiere, e che in questo modo possano operare professionalmente in una attività che impone competenze ampie, non solo le classiche competenze tecniche legate al sapere guidare una bicicletta. Perché no, oggi una guida ciclistica dovrebbe conoscere anche aspetti legali, assicurativi, civilistici, legati direttamente o indirettamente a ciò che fa».
L’Associazione delle Guide Cicloturistiche Italiane è nata il 1 dicembre 2021 e qualche mese dopo ha istituito la Scuola Italiana di Cicloturismo, che è il suo organo tecnico e che si occupa di formare tutti coloro che hanno intenzione di operare professionalmente come guida cicloturistica: «La Scuola è aperta sia a chi vuole intraprendere la professione da zero, ma ovviamente è aperta anche a tutti coloro che già operano a diverso titolo in questo settore. A tutti loro permettiamo sicuramente di fare domanda di iscrizione, per vedere poi cosa già fanno e trovare poi una modalità e un percorso che possano essere di integrazione e di qualificazione diretta. Fornire gli strumenti che possano permettere loro di essere riconosciuti professionalmente fornendo poi una serie di servizi ai loro clienti».
Il prossimo 26 giugno la Scuola Italiana di Cicloturismo organizzerà a tal proposito il primo incontro informativo di orientamento alla professione di guida cicloturistica.
Si tratterà di un webinar gratuito della durata di due ore circa finalizzato a informare su come individuare i propri interessi e punti di forza, come conoscere la professione per scegliere e come realizzare concretamente il proprio progetto.
Al webinar farà poi seguito il primo corso della scuola, dal 6 al 30 giugno 2022. Il corso avrà una organizzazione mista, in presenza presso le aule dove a sede la Scuola Italiana di Cicloturismo che ha sede a Terni, e on line.
Cosa fa la guida cicloturistica
Ma cosa fa, nello specifico, una guida cicloturistica professionale? È una figura che per prima cosa accompagna in sicurezza, garantendo la necessaria assistenza tecnica, persone singole o gruppi, su percorsi stradali e fuoristradistici.
Oltre a guidare sui percorsi una guida deve inoltre essere in grado di trasmettere ai partecipanti conoscenze normative, organizzative, tecniche, scientifiche, comportamentali, culturali ed ambientali; si pone sul territorio come un punto di riferimento qualificato per chi intenda fare un’esperienza di coinvolgimento nello stile di vita locale e in tutto ciò che ne costituisce l’identità e il carattere. Nei fatti, può e dovrebbe diventare una vera e propria figura promotrice della realtà territoriale dove opera, con le sue bellezze paesaggistiche, la sua storia, le sue tradizioni e la sua cultura, soddisfacendo la ricerca dell’originalità e dell’unicità attraverso l’esperienza turistica in bicicletta.
Non da ultimo, la guida cicloturistica professionale deve saper conoscere accuratamente la bicicletta nelle sue diverse tipologie, saper insegnare ad usarla nel migliore dei modi nelle situazioni tipiche del ciclismo turistico-escursionistico e, deve anche saper leggere le mappe e le carte geografiche, dimostrando buone capacità di orientamento.
Insomma, siete ancora convinti che tutte queste competenze messe assieme non facciano una vera e propria figura professionale?
Ulteriori informazioni: Scuola Italiana Cicloturismo
Associazione delle Guide Cicloturistiche Italiane