I Diari della bicicletta: un libro di Angelo Maddalena

Tutto ha inizio alla Stazione di Porta Susa a Torino una mattina di Novembre. Un tipo mi ferma e mi mostra il ritratto che mi aveva fatto in treno mentre parlavo con una collega. Immaginate lo stupore….anche perchè quel ritratto-caricatura era dal mio punto di vista “bruttino”(chiedo ovviamente scusa all’autore che me lo mostrava tutto fiero sulla scala mobile e vedeva la mia faccia incredula)!

Dopo questo choc iniziale, lo faccio parlare e mi racconta di essere un attore-scrittore che gira le città per portare le sue esperienze. Mi dice che sta per uscire il suo terzo libro che sarà sulla bicicletta….potevo perdere questa occasione?

Lui si chiama Angelo Maddalena, ci siamo presentati e gli ho sgranato il mio sorriso a 36 denti. E  tutto fuorchè un personaggio convenzionale, non certo catalogabile o inscrivibile all’interno di una precisa categoria, ma molto simpatico, ecco perchè pubblicherò la sua recensione de “I diari della Bicicletta” assieme ai suoi disegni, che a differenza di quello a me dedicato, sono davvero belli!

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“Dopo Amico treno non ti pago e A piedi è un altro mondo, arriva il terzo della trilogia “odeporica”! Cioè un libro che racconta di un viaggio! (ringrazio la professoressa C.M. di Messina che mi ha fatto scoprire questa parola, dicendola a proposito del libro che stava acquistando, appunto, A piedi è un altro mondo). Con I diari della bicicletta abbiamo chiuso il conto….con la letteratura odeporica! Questo libro racconta però di due lunghi viaggi, uno del 2008 e uno del 2013. Due viaggi che, rispetto ai libri precedenti (scritti tra il 2005 e il 2011), sono più recenti e anche molto più ricchi di narrazioni e incontri, così Lillo P. sarà contento, visto che dopo aver letto in due giorni il “piccolo” A piedi è un altro mondo  aspettava un libro di almeno 150 pagine. Allora eccolo accontentato: 300 pagine e passa…

E saranno contenti anche quelli che aspettavano i miei disegni in un mio libro, perché in Amico treno non ti pago c’erano…ma non erano miei, bensì della bravissima Irene Cavalchini, adesso invece…anche le foto! Andare, camminare, lavorare, cantava Piero Ciampi, e io rettifico: Andare, camminare, pedalare: da Borgo Taro a Parigi, con Marco Camenisch, Cioran e Goliarda Sapienza nel cuore e nella saccoccia (se poi ogni tanto un libro lo “recuperiamo”, soprattutto se siamo in Francia e i libri costano “troppo”, meglio ancora), e dopo cinque anni, da Pietraperzia a Lugano, con Marco nel cuore (e nelle pagine di alcuni quotidiani locali ) aspettando una liberazione sempre più “rinviata”: dodici spettacoli in dieci città e in venti giorni, per raccontare la non liberazione di Marco…Pedalare e scrivere: due delle azioni che hanno permesso a Marco di rimanere libero quando era “ricercato”(viaggiare in bicicletta lascia meno tracce rispetto all’automobile, ti porta nei sentieri meno asfaltati) e che gli permette di rimanere vivo dentro le carceri della Svizzera, e molti suoi carcerieri considerano “sospetto” il fatto che riceve e scrive “troppe” lettere, anziché rassegnarsi agli psicofarmaci e alla psichiatrizzazione”!Angelo Maddalena

Ludovica Casellati: Giornalista, esperta di comunicazione e appassionata di cicloturismo. Editore di Viagginbici.com