E’ una ricchezza importante per il nostro Paese, ed è uno di quei settori messi in ginocchio dall’emergenza del Covid 19 e ancora non riesce a vedere spiragli per il futuro, così una rete informale di Tour operator che operano nel campo del turismo attivo e sostenibile ha inoltrato al Ministero delle attività culturali e del turismo, all’Enit e a tutti gli assessorati regionali del turismo un documento in cui si chiedono una serie di misure di sostegno al settore e viene proposto un vademecum per la riapertura in sicurezza.
Nel testo si legge: ” Siamo un gruppo di Tour Operator che operano nel settore del “Turismo Attivo” (cicloturismo, trekking, barca a vela). Come il resto del comparto turistico siamo stati colpiti duramente dalla crisi del Covid-19, che ha azzerato i nostri fatturati e non ci permette alcuna previsione per il futuro. Attualmente il nostro raggruppamento rappresenta oltre quaranta Tour Operator impegnati in questo settore, con un fatturato totale di circa 50 milioni di euro, con 68.000 clienti l’anno per circa 350.000 notti ogni anno e oltre più di 500 posti di lavoro. Abbiamo costituito una rete informale per ripensare tutti insieme il nostro futuro e come ripartire”.
Secondo un rapporto presentato da Isnart-Unioncamere e Legambiente il solo settore del cicloturismo muove in Italia circa 7,6 miliardi di euro, registrando circa 77 milioni di presenze. Ma la peculiarità del settore turismo attivo ha altri punti forti a suo favore, ad iniziare dal fatto che essendo attività prevalentemente all’aria aperta, permette in questo momento di rispettare più facilmente il distanziamento sociale. E’ un tipo di turismo che ha la capacità di destagionalizzare i flussi turistici, con un maggior movimento di persone in primavera e autunno, diminuendo così la pressione antropica sui territori. Si tratta molto spesso di viaggi ‘a emissioni zero’ che danno visibilità all’Italia minore, quella dei piccoli borghi e delle campagne; generano un’economia diffusa, grazie ad una filiera corta che favorisce i produttori locali e le piccole strutture ricettive; ed infine educano la cittadinanza verso forme di mobilità e turismo più sostenibili.
“Crediamo che, – sottolineano i firmatari – per queste ragioni, quello del turismo attivo e sostenibile sia un settore strategico sul quale occorre puntare, in ragione della crisi del Covid-19, ma anche della crisi climatica che sta colpendo il pianeta, con misure ad hoc che sostengano gli operatori (i tour operator, ma anche le guide) e permettano di andare in direzione di una transizione ecologica dove la salute dei cittadini e dell’ambiente siano messe in primo piano”.
Questa una sintesi della misure che vengono chieste: un’estensione del voucher vacanza ai Tour Operator che si occupano di viaggi attivi e sostenibili; contributi a fondo perduto attività di sanificazione e promozione; misure di sostegno all’occupazione (mediante estensione dei contratti di solidarietà, e cassa integrazione attiva); sospensione a stralcio di canoni, tasse, imposte e bolli; studio di misure per il sostegno alla formazione.
Inoltre è stato stilato un vademecum per una ripresa sicura per tutti. Ogni tour operator stilerà un protocollo con delle norme di comportamento e di monitoraggio relative all’emergenza COVID-19 che valgono per il tour operator, il personale e gli accompagnatori che svolgono le attività con i clienti e i clienti stessi durante lo svolgimento delle attività, in gruppo o in autonomia. Si prevede la frequenza di un corso di formazione/autoformazione sull’argomento. L’attività oggetto del protocollo è divisibile in tre fasi: preparazione e verifica, durante e dopo l’esperienza.