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Il Coronavirus non ha lasciato scampo neppure a chi, per fortuna, non si è ammalato. Sì perchè il lockdown, l’impossibilità di uscire, il desiderio di vedere gli altri, di comunicare, di seguire le elezioni a scuola e ovviamente di lavorare, ci ha reso ancora di più iperconnessi. Anche per fare ginnastica o “andare in bici” abbiamo, nei mesi scorsi, usato la tecnologia, certo per fortuna c’era, ma ora abbiamo bisogno di staccare la spina, di riappropriarci dell’aria e del mondo circostante, della nostra libertà, delle persone vere, del mondo reale. Se avete le necessità di “disintossicarvi”, in Val di Rabbi è stato istituito un parco con percorsi di “digital detox” in mezzo al bosco. Ad avere l’idea le Terme di Rabbi insieme all’Apt della Val di Sole. Cosa succede quando si arriva al parco? Lasciando in custodia cellulare e orologio si potrà ricevere uno zainetto con merenda e libri a sorpresa da godersi per un percorso in mezzo alla natura.
Lo scenario
La Val di Rabbi è immersa nel versante trentino del Parco Nazionale dello Stelvio. Un tappeto verde ricopre i versanti e il fondovalle, qua e là sono riconoscibili i tipici masi, esempi di spontanea architettura contadina, queste strutture sono costituite dalla parte più alta in legno, adibita a fienile, e dallo zoccolo in pietra che ospita la stalla, dove molti contadini del luogo custodiscono tutt’ora i propri bovini nella maggior parte dei mesi dell’anno. La strada principale si snoda per poco più di una decina di chilometri ad una quota che dagli 855 metri di Pracorno, il primo paese della valle, arriva ai 1.098 metri del capoluogo San Bernardo, per raggiungere poi i 1.240 m di Rabbi Fonti in cui si trova lo stabilimento termale ed il Centro visitatori del Parco Nazionale dello Stelvio. La Val di Rabbi è contornata da varie valli: val Cercen, val di Saent, val Saleci, val Maleda, val Zambuga, valle Soprassasso.
L’iniziativa
In questo contesto nasce dunque la risposta all’iperconnessione accentuata dalle settimane di lockdown. L’eccessiva digitalizzazione, infatti, crea sintomi fisici e mentali simili alla dipendenza da droghe: aumento del battito cardiaco, sudorazione, pupille dilatate, salivazione ridotta, senso di ansia e frustrazione, alterazione del ciclo sonno – veglia e dei processi cerebrali, affaticamento degli occhi, emicranie frequenti, difficoltà di concentrazione e calo della produttività. Non a caso, la patologica paura di stare lontano dal proprio smartphone è ormai sempre più considerata una malattia a tutti gli effetti: secondo la piattaforma di ricerca Dscout, ogni utente controllerebbe il proprio cellulare in media 2.600 volte al giorno, con punte di 5.400 per gli utenti iperconnessi. Spaventa che il 50% dei giovani under 24 si sveglia in piena notte per leggere gli aggiornamenti social ed è in crescita il fenomeno del “vamping”, che spinge a passare svegli l’intera notte scorrendo le pagine web.
“I dati sul consumo di gigabyte e di sovraccarico dei server dei social network nelle settimane di lockdown confermano che il fenomeno si è accentuato” spiega Sara Zappini, direttrice delle Terme di R abbi. “La sfida, ora, è uscire dall’esperienza coronavirus più consapevoli dei rischi che si affiancano ai vantaggi della digitalizzazione. L’idea che ha portato alla nascita delle esperienze di Digital Detox punta proprio a fornire una risposta allo stress da iperconnessione”.
I percorsi
Il modo per uscirne c’è. Qui vengono proposti due percorsi immersi nel bosco nei quali poter praticare la “park therapy” fisica e mentale. Il primo è già stato inaugurato nel 2019 e quest’anno permetterà di sperimentare dei percorsi smartphone – free. Un modo per riconnettersi con la natura e migliorare il benessere del proprio Io interiore ascoltando questa volta, il silenzio offerto dai boschi e i suoni degli elementi naturali, contro il bombardamento sonoro e visivo. La “custodia” del cellulare e dell’orologio in alcuni momenti della giornata, per distaccarsi da tempo e tecnologia, permetterà di immergersi nella natura montana e sperimentare esperienze fisiche e mentali: percorsi kneipp a piedi nudi nel bosco, abbraccio degli alberi, meditazione, lettura, ascolto dei rumori della natura. Entro l’anno si aggiungerà un secondo percorso, un vero e proprio parco “sonoro”, un viaggio di immersione nella foresta in località Pozzatine, e sarà composto da sette postazioni esperienziali. L’idea è di associare ogni postazione a uno dei 7 Chakra, i centri di energia presenti nel corpo umano secondo le filosofie orientali. Il percorso sonoro permetterà di incontrare delle vere opere d’arte realizzate in legno che emetteranno suoni in grado di amplificare i rumori della natura: immense campane appese fra gli alberi che emetteranno sonorità diverse grazie agli spostamenti del vento, carillon giganti da attivare tramite meccanismi che caleranno lungo le cortecce degli alberi, tamburi ottenuti all’interno di tronchi d’albero scavati e incisi in modo che il legno vibri emettendo suoni. Ci sarà poi una “stazione di ascolto panoramico”, ovvero due gigantesche trombe simili a “orecchie” faranno capolino nel bosco catturando il suono ambientale e permettendo di ascoltare, amplificato, il suono della valle. In uno spiazzo naturale verrà inoltre realizzato un anfiteatro al cui centro sarà collocato un elemento circolare in metallo lucido che rifletterà il paesaggio circostante a ricordare uno specchio d’acqua. Infine, un’ultima tappa: un pianoforte a coda, incastrato su una conifera a 20 metri di altezza. Da ammirare ma non suonare, irraggiungibile. Un’installazione che vuole essere un omaggio al Maestro Arturo Benedetti Michelangeli, habitué della Val di Rabbi, dove amava ritirarsi per trovare ispirazione per la sua arte.
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