Le storie in bicicletta di questo 2019

La bici ci emoziona e ci porta a compiere delle sfide inconsuete, per amore, per il bisogno di confrontarsi, per portare il proprio sostegno, per beneficenza. Decidete voi cosa vi può far fare la bici, l’importante è farlo!

Da Roma a Pechino in tandem, la sfida di un non vedente

“I to Eye”, da Roma a Pechino in tandem, è questa la sfida lanciata da un ciclista non vedente. E’ partito l’8 marzo, poi 16mila chilometri fino in Cina. Lui è Davide Valacchi, 28 anni, ascolano trapiantato a Bologna, una laurea in Psicologia, cieco dall’età di 9 anni. A 14 ha riscoperto la bicicletta grazie a un tandem regalatogli dalla sua famiglia: da allora è per lui uno strumento di indipendenza e libertà. Da un anno Davide si prepara a  questa impresa. Partenza davanti al Colosseo, poi una decina di tappe in Italia, con l’arrivo previsto a Pechino per novembre. Nel viaggio sarà accompagnato da due amici, che si daranno il cambio in Iran a fine giugno. Il viaggio di Davide non è solo una sfida personale, ma un modo per raccontare che ruolo può avere il tandem nella vita di una persona cieca. Tappa dopo tappa, Davide incontrerà comunità e associazioni locali che si occupano di disabilità visiva. Il suo tandem, che a sua volta è un regalo del Tandem volante di Piacenza, sarà donato a un’associazione cinese. Davide ha aperto anche una raccolta fondi sulla piattaforma Eppelà, il suo viaggio è raccontato sulla pagina Facebook, e su Instagram, “I to Eye”.

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Pedala 40 giorni per informare sulla libertà di voto

In India invece si pedala per la libertà. Chintakayala Srinu, un uomo di 36 anni, ha pedalato per 40 giorni coprendo oltre 2.450 chilometri nello stato dell’Andra Pradesh, per diffondere il suo messaggio a favore della democrazia. Srinu ha portato con sé una tenda, una borsa da viaggio, un microfono e un altoparlante, con il quale, una volta giunto nei villaggi, richiamava l’attenzione delle persone e le invitava a non vendere il proprio voto. “Le persone semplici – dice l’uomo – non riescono a rifiutare il denaro che viene loro offerto dai leader politici locali durante i comizi e nelle manifestazioni elettorali. Temono che, nel caso di un rifiuto, il politico penserà che vogliano votare per un altro partito. E sono spaventati dall’idea che in futuro, poiché li conosce, se ne ricorderà e si vendicherà. Io ho spiegato che la nostra è una democrazia basata sul voto libero, e che abbiamo il diritto di rifiutare il denaro che ci viene proposto dai politici: il voto non è in vendita”. Srinu ha incontrato migliaia di persone, e sostiene che la gran parte di loro vorrebbe votare liberamente.

Marzia Dal Piai: giornalista professionista con esperienza ventennale in diversi campi del giornalismo sportivo, enogastronomico e non solo.