E’ nata da poco ma è in fervente movimento l’Associazione Nazionale Esperti Promotori della Mobilità Ciclistica. Di cosa si tratta? L’associazione è costituita da professionisti con competenze multidisciplinari e nasce dal Corso di Esperto Promotore della Mobilità Ciclistica, un master breve organizzato dall’Università di Verona e diretto dal prof. Federico Schena e coordinato dall’ing. Marco Passigato. L’associazione ha l’obiettivo di svolgere attività finalizzate alla promozione della bicicletta come mezzo di trasporto alternativo all’automobile, ma anche come strumento per valorizzare il territorio e rilanciare il turismo eco-sostenibile, inoltre promuove le migliori pratiche nazionali e internazionali sia in ambito urbano sia extraurbano. Tra le altre cose valorizza la figura del promotore della mobilità ciclistica nelle pubbliche amministrazioni, studia soluzioni e strumenti innovativi per garantire l’efficacia e l’efficienza degli interventi riguardanti la ciclabilità, ma soprattutto ha lo scopo di far crescere la consapevolezza e la competenza riguardo alle tematiche della mobilità ciclistica e della qualità della vita nelle aree urbane.
Nel panorama nazionale associativo non esiste un organismo o altra entità che aggreghi e relazioni professionisti, manager e giovani talenti che operano o vorrebbero operare nel settore, unendo diverse professionalità altamente qualificate fra cui, in particolare, quelle di ingegneri, architetti, avvocati, economisti, esperti in scienze e tecnologie per l’ambiente, per il turismo, in geomatica, in comunicazione e marketing. Il direttivo, che ha sede a Roma, è composto da Daniele Pantini (presidente), Alex D’Agosta (segretario generale e tesoriere), Mario Brambilla, Paola Cossu e Angela Di Lorenzo.
La figura del promotore
E’ collocabile in diversi ruoli sia nel settore privato che in ambito pubblico. Università di Verona e Fiab hanno sottoscritto un “decalogo” per Comuni e Regioni, invitandoli a creare un apposito ufficio specificamente preparato a farsi carico delle seguenti attività: coordinamento dei processi che riguardano la pianificazione e la realizzazione degli interventi, coordinamento dei mobility manager, incentivazione allo sviluppo di esistenti oltre che di nuove realtà economiche generiche e di settore, creazione di nuovi prodotti turistici. E sostenere, infine, educazione e formazione relative ai precedenti temi ma anche in materia di prevenzione (primaria, secondaria e terziaria), di tutela dell’ambiente, di sicurezza stradale nonché di servizi sociali vari, di prossimità, di integrazione e inclusione, di terapia psico-sociale e psico-motoria e altro ancora. Una sorta di “cabina di regia” capace di dialogare con le strutture tecniche, della comunicazione, con i mobility manager e con tutti i portatori di interesse allo scopo di promuovere la mobilità in bici, riconoscendo a quest’ultima la giusta dignità di mezzo di trasporto moderno, economico ed ecologico.
Foto Fiab