Quando la mobilità si fa elettrica, tutto su monopattini e segway

Le macchine non si toccano, i parcheggi non si tolgono per fare spazio alle biciclette. Zone 30 ma che dici, che poi si arriva tardi. Siamo fra i Paesi che più usano la macchina in Europa e – al di là dei numeri e dei dati – basta guardarsi intorno, fra piccole, medie e gradi città, con spianate di lamiere un po’ dappertutto. In tutto questo i ciclisti urbani tengono duro e, inoltre, peraltro da poco tempo, adesso anche dei nuovi compagni con in quali condividere la strada, con piacere. Sono tutti quei mezzi che rientrano nella cosiddetta micromobilità elettrica: i più visibili su strada sono i monopattini, ai quali aggiungere segway, hoverboard e monowheel: tutti considerati, secondo definizione ministeriale, veicoli “atipici”.

La micromobilità elettrica

La loro circolazione è stata regolarizzata di recente, con la legge 28 febbraio 2020, n. 8, che ha convertito con il decreto-legge cosiddetto “decreto milleproroghe“, introducendo, appunto, come si legge sul sito del ministero dell’Interno “disposizioni sulla circolazione dei dispositivi per la micromobilità elettrica e sui veicoli atipici”. La norma, che proroga di dodici mesi il termine di conclusione della sperimentazione – con data al 27 luglio 2022 – disciplina la circolazione dei monopattini elettrici “anche al di fuori dell’ambito della sperimentazione, e dei segway, hoverboard, monowheel e degli analoghi dispositivi elettrici di mobilità personale”. Al di là della terminologia burocratica, a farla breve, sono mezzi equiparati alla bicicletta – pardon, al “velocipede” come ancora la nostra amata due ruote è definita nel codice della strada. Non servono, di fatto: “omologazione, approvazione, immatricolazione, targatura, copertura assicurativa”. Ci sono delle regole da rispettare, che sia un mezzo proprio o in sharing, come i monopattini che nell’ultimo periodo sono comparsi in tante città italiane. Il tutto, con la relativa nuova segnaletica che è apparsa da poco nelle città.

Il monopattino, dove e come

Sempre dal sito del ministero le specifiche sono relative ai monopattini, estendibili agli altri mezzi. Il monopattino, nello specifico, non può avere posto a sedere, essendo pensato per andare in piedi. Non possono essere superati i 25 km/h su strada e i 6 km/h nelle aree pedonali, serve il campanello. Come per le bici “da mezz’ora dopo il tramonto, durante tutto il periodo dell’oscurità, e di giorno, qualora le condizioni atmosferiche richiedano l’illuminazione, devono essere equipaggiati con luci bianche o gialle anteriori e con luci rosse e catadiottri rossi posteriori per le segnalazioni visive”. In “condizioni di scarsa visibilità” serve il giubbotto retroriflettente. Si può andare quindi su strade urbane con limite dei 50 km/h (di fatto dove non sia vietata la circolazione delle bici) e sulle extraurbane, se ci sono ciclabili (che possono essere utilizzate ovunque siano presenti). L’età minima per utilizzarli è 14 anni e fino ai 18 bisogna indossare il casco. E non si può mai andare in due.

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Il segway e i suoi fratelli

E’ tutta una questione di giusto bilanciamento. Un po’ soppiantato dal boom dei monopattini, il segway al suo arrivo all’inizio del 2001, ha attratto i curiosi e anche stimolato un modo diverso per scoprire le città. Non era  raro, ad esempio, vedere in grandi città tour organizzati al bordo di un segway. Ha un piantone flessibile che trasmette l’impulso alla centralina: con l’inclinazione del manubrio in avanti si parte, al contrario, tirando un po’ indietro, ci si ferma. L’hoverboard è una sorta di segway ridotto al minimo, scomparendo di fatto qualsiasi appoggio per le braccia. Il metodo di funzionamento è lo stesso. Idem per il monowheel, in altre parole, un mono ruota elettrico.

Come si guidano

Per guidare il segway si monta sulla pedana, ci si inclina frontalmente per andare in avanti e all’indietro per rallentare e fermarsi; si inclina il manubrio a destra o a sinistra per girare.

A differenza del segway, l’hoverboard ha due ruote laterali più piccole, e le piattaforme snodate presenti alla base vengono sollecitate da un sensore di peso che, lavorando in sinergia con un giroscopio, aziona il movimento. Evoluzione dello skateboard, necessita di un minimo di pratica. La parte più difficile è salire e scendere. Una volta sopra non sarà difficile restare in equilibrio, si potrà comandare lo spostamento semplicemente spostando il peso del proprio corpo in avanti o all’indietro; per girare a destra bisogna spingere in avanti il piede sinistro e per girare a sinistra bisogna spostare il piede destro. Per scendere bisogna mettere velocemente a terra un piede mantenendo l’altro perfettamente immobile sulla tavola.

Per non cadere “lateralmente” con un monowheel bisogna mantenersi con i piedi orizzontali. Il monoruota elettrico ha un motore a forma di ruota, 2 pedali attaccati con delle staffe all’albero motore, la batteria e una scheda elettronica con girosocopio. Per poter muoversi avanti e indietro bisogna utilizzare il corpo come un pendolo.

Alessandro Ricci: