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In bici ci si allena, si risparmia, si tiene pulito l’ambiente, ma alla bicicletta sono legati anche racconti di sofferenza e amore, di ricordi lontani e di passione.
Da Berlino a Londra in bici per ricordare l’Olocausto
Nel 1939 Paul Alexander era un bambino di pochi mesi. Sua madre, per salvarlo, lo affidò a un’infermiera volontaria che stava salendo su un treno che avrebbe lasciato la Germania nazista. Ottant’anni dopo, lui ha ripercorso quel tragitto, ma questa volta in bicicletta per un tour commemorativo. #BerlintoLondon, un modo per rendere omaggio al programma Kindertransport, quello che, oltre a lui, ha salvato migliaia di bambini ebrei, ottant’anni fa. Alexander ha fatto il suo viaggio in bici, di oltre mille chilometri, con il figlio di 34 anni e il nipote di 15. Oltre a loro, altri 39 ciclisti hanno partecipato al viaggio di sei giorni, che è partito da Friedrichstrasse a Berlino e ha avuto come fine Liverpool Street, a Londra, passando per i Paesi Bassi e poi a bordo di un traghetto notturno con destinazione Harwich, in Inghilterra.
Chi “veste” le bici per il Giro d’Italia
In provincia di Padova nascono biciclette, maglie, selle e scarpe dei campioni che vediamo al Giro d’Italia. Chris Froome il dominatore del Tour de France e tutto il Team Sky, il Campione Italiano Fabio Aru, il Team Kazsako Astana, il Team Australiano Scott, e tantissimi altri campioni, utilizzano oggetti disegnati da Manuel Bottazzo, un designer padovano, da quasi tre decadi nello sports design, oggi uno dei più ricercati a livello mondiale. Collabora con colossi come Gore Tex, Salewa, Blizzard, Dynafit, Selle Royal, Team Sky, Movistar, e Pinarello, è infatti lui la mano estetica delle biciclette da corsa più ambite da mezzo mondo. Cosa fa questo designer? Ad esempio Chris Froome vuole che nella sua bici venga disegnato un rinoceronte sul suo telaio, è nato in Kenya e supporta la campagna internazionale per combattere il bracconaggio.
Dall’India alla Svezia in bicicletta per amore
È la storia tra Kumar e Charlotte. Lui indiano, lei svedese, lui poverissimo, lei ricca. Lui pittore, lei musicista. Una storia che ci riporta agli anni ’70. Kumar sopravvive grazie ai suoi ritratti che realizza in un centro commerciale di Nuova Delhi e li vende per poche rupie. Si presenta da lui una turista di 19 anni, viene dalla Svezia, si chiama Charlotte. La sua famiglia ha origini nobili e vorrebbe farsi fare un ritratto. I due si innamorano ma Charlotte deve ripartire. Kumar vuole prima terminare i suoi studi e le promette che avrebbe trovato il modo di raggiungerla. Un anno e mezzo dopo vende tutti i suoi ritratti per comprarsi una bicicletta di seconda mano. Si mette a pedalare lungo il famoso Hippie Trail. Il percorso che i giovani negli anni 60 facevano per raggiunger l’India dall’Europa. Pedala attraversando vari Stati, per più di 7.000 chilometri. In bici Kumar passa Kabul, Teheran, Istanbul, Sofia, i Balcani,Vienna e poi la Germania e la Danimarca. Prima di arrivare a Göteborg. Un viaggio che lo impegna per quasi cinque mesi. Oggi, ancora insieme dopo oltre 40 anni, Kumar e Charlotte hanno due figli.
E poi c’è chi la bici la usa come mezzo di fuga … E’ successo quest’anno a Milano, una rapina in via Monte Napoleone, un colpo da un milione di euro messo a segno in 43 secondi. Nella gioielleria “Audemars Piguet” tre ladri portano via diciassette orologi puntando una pistola alla testa del commesso. E poi scappano. Come? In bicicletta!
Concludiamo con un ricordo di un’impresa epica in bicicletta, di quelle che raccontano ancora i nonni ai nipoti. Era il 1949 e la diciassettesima tappa del Giro d’Italia, una tappa di 254 chilometri, percorsa tutta in solitudine da Fausto Coppi che scalò cinque passi alpini con dislivelli fino a 5.000 metri. Una delle imprese più memorabili nella storia del ciclismo. E l’epilogo di uno dei più grandi duelli di questa disciplina sportiva, quello tra Fausto Coppi e Gino Bartali. Quel giorno il tempo era freddo e piovoso, durante la scalata del Colle della Maddalena, all’improvviso Fausto Coppi parte per la sua storica fuga solitaria. Gino Bartali non rispose agli attacchi, ritenendo una pazzia attaccare così presto, ma in breve tempo si dovette ricredere e da quel momento la tappa divenne un duello esclusivamente tra Coppi e Bartali. Al traguardo, allo stadio di Pinerolo, il vantaggio di Coppi sarà intorno ai 12 minuti.
Viva la bicicletta!