ALLA FIERA DELL’EST: ECCO TAIPEI CYCLE 2017

taipei -foto guido rubino

taipei -foto guido rubino

La fiera di Taipei è quella più lontana dalla nostra geografia abituale.

Si chiama Taipei Cycle ed è finita da poco più di una settimana.

È una scoperta non solo di novità, ma di culture a confronto e pure di idee.

La fiera di Taipei non si rivolge all’Europa, ma al mondo intero. L’isola Cinese è un po’ il cuore di molto del ciclismo che circola pure nelle nostre strade. Non è un segreto che molti produttori si appoggino a fabbriche di queste parti per le proprie biciclette. E tante cose vengono prodotte proprio qui. Anzi un po’ più giù, a Taichung, dove c’è il distretto produttivo.

Ma qui è la fiera, la vetrina per il mondo. C’è qualche novità e pure qualche tendenza.

A Taipei Cycle è parlato di elettrico in questa settimana con sette ore di anticipo sul fuso orario. Biciclette a pedalata assistita soprattutto, ma anche biciclette da trasportare quando il punto di partenza vuole essere più lontano.

La pedalata assistita, anzi le ebike (termine che a molti piace di più perché qui di assistito c’è poco: la fatica si fa, ma si va “solo” più lontano o si arriva prima) sono una tendenza, così forte che anche il premio di design e innovazione ha avuto un occhio di riguardo proprio per questa tipologia di mezzi.

Tantissime proposte di ogni tipo a Taipei Cycle.

La bicicletta a pedalata assistita è in crescita e le proposte parlano di città,

ma anche di gite fuori porta. Questo lo sapevamo già.

Ma sempre di più parlano di turismo e di mezzi da trasporto, visto che col motore si “azzerano” i pesi

e il pedalare può diventare più lieve.

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Parecchie pure le biciclette da corsa e le mountain bike. Se per le seconde la logica è abbastanza evidente (una bici da montagna con l’impianto di risalita incorporato può dare la possibilità di divertirsi anche ai meno allenati e magari diventare spunto di vere e proprie nuove manifestazioni, come il circuito di e-enduro che parte quest’anno – leggete qui), per le prime è naturale qualche dubbio in più. Che ce ne facciamo di una bicicletta da corsa col motore elettrico?

La domanda ce la poniamo perché il limite delle ebike è di velocità (anche di potenza del motore) per non rientrare nella legislazione motoristica che poi vuole casco, targa e assicurazione. Una bicicletta da corsa che a 25 chilometri orari smetta di avere il motore rischia di diventare una zavorra in tutti i tratti dove normalmente si possa andare più forte. Pensate a trovarvi in un gruppetto in pianura o in falso piano a salire. Il dubbio che ci è venuto è che si possa fare la fine di quando si toglievano i diaframmi al motorino, ma le implicazioni legali, a questo punto, sarebbero gravi (pensate in caso di incidente quando si avrebbe a che fare con responsabilità e assicurazioni).

Poi ci sono le biciclette da trasportare. Taipei Cycle ha mostrato diverse soluzioni. Ci sono quelle con le ruote piccole, da 20 pollici, che lì pare siano abbastanza diffuse, da noi piuttosto frenate dalle condizioni delle strade. Sicuramente per la maggiore vanno le pieghevoli, che non sono solo le “simil-Brompton” (c’era qualche somiglianza interessante al riguardo), ma anche biciclette con ruote di grandezza normale, ma studiate per piegarsi e occupare meno spazio. Telaio che si svitano, si contorcono, incernierati in qualche punto oppure proprio da smontare. Perché noi seguiamo la bicicletta, ma se la bici segue anche noi, quando ci spostiamo per lavoro o per vacanza, magari senza occupare troppo spazio, non è mica una cattiva idea.

Chiacchiere e politica

Quella diTaipei Cycle non è stata solo una fiera di prodotto. Che ci fanno le aziende in fiera ormai? Per qualcuno, soprattutto a Occidente, il dubbio è importante. Qui si è parlato anche di utilità della fiera. Non si firmeranno più i contratti di una volta e il pubblico va cambiando (anche per questo motivo il prossimo anno Taipei Cycle non sarà più a marzo ma a ottobre) ma il circolare di idee che c’è è qualcosa che può dare molto a chi lavora nel settore. E non si tratta solo di come migliorare il proprio prodotto o avere più clienti.

C’è stato un momento interessante, organizzato da ECF (l’equivalente europeo della Fiab, per intenderci), che ha visto le aziende riunirsi e discutere assieme su come migliorare il mercato, come allargarlo. Insomma, non è solo prendere più clienti, ma allargare la torta, che in questo caso coincide col fare qualcosa per permettere e far venire voglia a più persone di pedalare. Quindi l’intervento diventa anche di carattere politico. E se certe aziende iniziano ad interessarsi a questo aspetto, credeteci, qualcosa di interessante si andrà a fare. Sempre di più.

Poi, se volete approfondire su tutto quanto visto aTaipei Cycle (e magari vedere anche come arrivarci), vi rimandiamo allo speciale di Cyclinside dedicato proprio alla fiera. Eccolo qui: http://www.cyclinside.it/web/speciale-taipei-cycle-show-2017/

Dall’inviato Guido Rubino

Guido P. Rubino: Scrittore/fotografo tecnico della bicicletta, ma scrittore anche di storie di bici.