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Spesso quando si parla di mobilità nuova, di sistemi ciclabili, di infrastrutture in giro per il mondo dedicate al ciclista urbano, si fa riferimento ad esperienze che vengono dall’estero. Si illustrano dunque meravigliosi esempi di Superhighway ciclabili, di posti dove si ha il coraggio di togliere file di parcheggi per fare spazio alla bicicletta. Bene, ma girando in rete, non mancano esempi di orrori ciclabili dal mondo. Tanto da avere “seguaci” su Facebook, pagine intere su Flickr, Pinterest e su Twitter l’hashtag #BadBikeLanes dà le sue soddisfazioni. Dopo i 5 orrori urbani, le ciclabili impossibili da pedalare in Italia, ecco una scelta dall’ampio materiale dal Globo.
Ma come si fa a … non prendere una sportellata?
Sul tema non si scherza. Fra i peggiori incidenti che possano accadere ad un ciclista c’è quello della terrificante sportellata: l’automobilista – a dir poco – noncurante, apre senza controllare e ci si può fare davvero male. Stando su una ciclabile, si spererebbe di essere al sicuro. Però, come dall’esempio in foto riportato da Birmingham, se al posto della macchina c’è una cabina telefonica, il tema potrebbe non cambiare.
Ma come si fa a … girare intorno all’albero?
Semafori, cabine dell’elettricità, pali della luce, segnaletica varia, cestini per i rifiuti. E’ lungo l’elenco delle cose che non devono intralciare una pista ciclabile. Una foto scattata a Bucarest lungo una “pista ciclabile” sembra esprimere uno dei peggiori incubi del ciclista urbano: un ostacolo insormontabile lungo la prova via. Va da sé che la colpa non dell’albero, di fatto già lì prima della ciclabile, ma di chi ha pensato a questo obbrobrio. Tipico esempio di pista ciclabile “tanto per fare”. E, tra l’altro, è anche una ciclopedonale: al peggio non c’è mai fine, insomma.
Ma come si fa a … girare al volo?
Il bello dell’andare in bicicletta è lasciarsi andare, pedalare senza pensieri, viversela un po’ così. E se c’è un percorso ciclabile dedicato, seguirlo, fiduciosi. In questo esempio da Sydney, la fiducia è alquanto negata. E per non lasciare spazio alla speranza, c’è chi si è preso la briga di scrivere proprio che la ciclabile è finita, basta così, niente da fare. Se non prenderne atto, girare e tornarsene sulla propria strada. Alquanto delusi. No Entry!
Ma come si fa a … capire che cos’è questa?
Quando pensi di averle viste tutte, ecco all’improvviso un’immagine che arriva dalla Cina. Disorienta alquanto: che cos’è questa cosa qui? Un “separatore” di aree pedonali, una ciclabile arrivata da uno Stargate e imprigionata in un’altra realtà, ma solo quel pezzetto lì? Un progetto nato con buone intenzioni e subito naufragato? Un appello: chi si trovasse di passaggio ad Hong King, faccia sapere.
https://www.youtube.com/watch?v=JPtNzWdj84Y&t=226s – Frame da un video Gcn
Ma come si fa a … no, dai!
L’immagine è stata pubblicata su Twitter da David Common, giornalista della CbcNews. Una cosa ai limiti dello Steampunk. “È uno scherzo vero?” scrive una utente di Twitter. E però c’è anche chi si è divertito a rilanciare altri orrori ciclabili dal mondo, all’insegna dell’hashtag #BadBikeLanes.
(Foto di copertina: una super mini ciclabile a Chesterfield, in Inghilterra; https://www.mirror.co.uk/usvsth3m/never-mind-bollards-12-absolute-5514253)