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Greenway letteralmente strada verde, è un itinerario, un percorso inibito ai mezzi a motore, e quindi dedicato a pedoni, ciclisti, escursionisti a cavallo, pattinatori …
Le associazioni
Lo sviluppo delle greenway e l’attenzione all’ambiente che si sta sviluppando, come quella per un turismo lento e rispettoso, hanno dato vita anche a delle associazioni, come l’Associazione Italiana Greenways Onlus, che nell’articolo 2 del suo statuto cita: “le greenways possono costituire un sistema di percorsi dedicati ad una circolazione non motorizzata in grado di connettere le popolazioni con le risorse del territorio (naturali, agricole, paesaggistiche, storico-culturali) e con i “centri di vita” degli insediamenti urbanistici, sia nelle città sia nelle aree rurali.”
Nel 2000 è stata sottoscritta dalle principali associazioni europee che operano sulla tematica la Dichiarazione di Lille dove si precisa che le greenways “devono avere caratteristiche di larghezza, pendenza e pavimentazione tali da garantirne un utilizzo promiscuo in condizioni di sicurezza da parte di tutte le tipologie di utenti in qualunque condizione fisica. Al riguardo, il riutilizzo delle alzaie dei canali e delle linee ferroviarie abbandonate costituisce lo strumento privilegiato per lo sviluppo delle greenways”.
Le caratteristiche
Non parliamo però di semplice pista ciclabile, qui si deve pensare ad un investimento più strutturale, che preveda anche la valorizzazione e la riqualificazione delle risorse naturali, la promozione di uno sviluppo sostenibile, il recupero dei paesaggi degradati. Si può parlare di greenway dunque quando il percorso è separato dalla rete stradale ordinaria e inibito a mezzi motorizzati; deve essere accessibile a utenti come bambini e anziani; la circolazione deve essere “dolce” con pendenze moderate; aperta a diverse tipologie di utenti come pedoni, ciclisti, escursionisti a cavallo; deve esserci un recupero di infrastrutture e strutture esistenti, quali sentieri, strade storiche, alzaie, linee ferroviarie dismesse, strade rurali minori, e prevedere la realizzazione di strutture di servizio, ovvero luoghi di sosta e ristoro, punti informativi, …; deve essere parte integrante dell’ambiente naturale.
5 greenway italiane da non perdere
1. San Lorenzo al Mare – Ospedaletti
Ricavata dalla dismissione dei binari della ferrovia Genova – Ventimiglia, parte da San Lorenzo al Mare e arriva dopo 24 chilometri a Ospedaletti. Si possono fare soste per fare il bagno e vedere il centro di Sanremo.
2. La Treviso – Ostiglia
E’ una ex linea ferroviaria costruita dall’esercito per la difesa dei confini nord-orientali, ma usata anche per la deportazione di ebrei. Si pedala attraverso il Veneto fino in Lombardia in provincia di Mantova.
3. La Spoleto – Norcia
L’ex ferrovia nata negli anni Venti ora è un percorso lungo 52 km fra la città di Spoleto, le colline, la Valnerina e Norcia. Qui si pedala attraverso 19 gallerie, 24 ponti e vari viadotti.
4. La via dei Trabocchi
Realizzata in gran parte sul tracciato ferroviario dismesso della linea Adriatica, prende nome dalle palafitte sull’acqua che i pescatori abruzzesi utilizzavano per pescare. Da Pescara fino a San Salvo, al confine con il Molise.
5. Calalzo di Cadore – Dobbiaco
Chiamata anche ciclabile delle Dolomiti si snoda in gran parte lungo la vecchia ferrovia e permette di arrivare dal Veneto fino al Trentino – Alto Adige, percorrendo circa 60 chilometri.