Che bella la pista ciclabile! Ma cos’è?

Domani mi faccio un giro in bicicletta e prendo la pista ciclabile che porta fuori città. Quante volte lo abbiamo detto o sperato. Ma cos’è una ciclabile, quali sono le regole per affrontarla con la due ruote, quanti tipi ce ne sono? Con questo nostro articolo vogliamo in qualche modo mettere i punti sulle “i”, ma anche festeggiare tutte le ciclabili del mondo, quelle già create, quelle in via di realizzazione o anche solo in progetto.

Cos’è una ciclabile o ciclopista?

E’ definito così un percorso protetto o comunque riservato alle biciclette, dove il traffico motorizzato è escluso. Il concetto di pista ciclabile nasce proprio dal desiderio di separare la viabilità delle bici da quello motorizzato e pedonale. Questo per maggior sicurezza di tutti, visto che si tratta di velocità di percorrenza diverse. Se poi invece parliamo di “rete ciclabile” intendiamo una serie di piste ciclabili, che in una città svolgono un ruolo nella viabilità globale, e sono fra loro collegate in rete, in continuità fra di loro. Il disegno della rete è un’attività di pianificazione e gestione della mobilità urbana. Anche se la definizione precisa cambia nel mondo, esiste la Convenzione di Vienna sul traffico e sulla segnaletica stradale del 1968 (ratificata da numerosi stati mondiali), che pur non citando espressamente il termine pista ciclabile, definisce i concetti di corsia per velocipedi e pista per velocipedi. Tale convenzione però lascia liberi gli stati contraenti di assimilare i ciclomotori alle biciclette, quindi è possibile, come accade in alcuni paesi del Nord Europa, che anche i ciclomotori siano autorizzati e talvolta obbligati a servirsi delle piste ciclabili.

Tipi di piste ciclabili

Iniziamo a dire che le piste ciclabili possono essere monodirezionali o bidirezionali. E poi si diversificano in percorsi ciclabili urbani e percorsi ciclabili extraurbani. Se le vogliamo definre secondo le tipologie realizzative si possono invece individuare piste ciclabili in sede propria, ovvero percorsi che corrono paralleli a strade aperte al traffico veicolare, ma separati da cordoli, marciapiedi o transenne; o promiscua ciclo-pedonale urbana, in questo caso la separazione fisica innalza anche la percezione soggettiva della sicurezza da parte dei ciclisti. Ci sono le piste ciclabili con separazione ottica/logica (corsie): sono porzioni di carreggiata riservate al transito delle biciclette, indicate solo da segnaletica verticale e orizzontale senza separazioni fisiche. E ancora, piste ciclabili contigue al marciapiede, si trovano quando il marciapiedi ha ampia larghezza, si riesce a ricavare piste ciclabili dalla fascia esterna, mentre quella interna rimane riservata ai pedoni. Ci sono poi percorsi ciclo-pedonali o promiscui, dove viene fatto confluire su una infrastruttura comune il traffico di pedoni e ciclisti. Di solito li troviamo inseriti in aree verdi in cui non è consentito l’accesso ai veicoli a motore, e spesso anche in itinerari cicloturistici.

Di cosa sono fatte le ciclabili?

Possiamo trovare diversi tipi di terreno e fondo per le piste ciclabili. Ce ne sono in asfalto, in calcestruzzo drenante, mattonelle autobloccanti, ma possono essere anche dei sentieri in terra battuta o sterrato. In particolare segnaliamo che le ciclabili dovrebbero garantire tre aspetti: visibilità, riconoscibilità e accessibilità. Il percorso deve essere privo di buche e scalini.

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Le norme sulle piste ciclabili

Visto che se ci sono devono garantire la sicurezza di chi vi viaggia, sono sanzionati alcuni comportamenti scorretti come il parcheggio abusivo che le ostruisce, o il transito di motoveicoli. Il codice della strada italiano è molto simile a quello di altri paesi europei. Ci sono comunque delle controversie che sono affidate all’interpretazione. Come ad esempio in strade a senso unico la realizzazione di corsie ciclabili controsenso secondo alcuni rafforza la visibilità e la sicurezza dei ciclisti rispetto al semplice “senso unico eccetto bici” indicato dal cartello stradale, la realizzazione della corsia ciclabile sulla destra della carreggiata per altri escluderebbe la sosta fra marciapiede e corsia ciclabile. Di sicuro c’è che il codice della strada prevede che i ciclisti utilizzino una pista ciclabile quando disponibile. In caso di pista “ciclo-pedonale” non vige l’obbligo di utilizzo da parte dei ciclisti.

La segnaletica

Ci sono cartellonista e segnaletica orizzontale che indicano la pista ciclabile. I cartelli di inizio pista o corsia ciclabile (segnaletica verticale) è articolata in tre cartelli rotondi con sfondo blu di inizio, che indicano il punto da cui vige l’obbligo di utilizzo, e tre di fine pista, dove l’obbligo decade. La segnaletica orizzontale è costituita da una linea separatoria bianca destinata ad indicare due flussi distinti di ciclisti e pedoni nel caso di pista contigua al marciapiede oppure linea separatoria bianca e gialla utilizzate per le corsie ciclabili (solo separazione visiva) sul margine destro della carreggiata. Ci sono poi anche i pittogrammi bici, da applicare sul fondo delle piste ciclabili, allo scopo di evidenziarne il carattere di viabilità riservata.

Lo sapete che …

Esistono anche le superstrade ciclabili (in Gran Bretagna, in Germania, in Svizzera, nei Paesi Bassi, in Danimarca), queste hanno la precedenza sulla viabilità secondaria stradale. Nel caso di intersezione con la viabilità principale vengono realizzate senza incroci a raso, tramite sottopassi o sovrappassi. La velocità “di crociera” dei ciclisti è prevista in circa 35 km/h, superiore a quella di normali piste ciclabili urbane, anche in sede propria (15–25 km/h). La larghezza di circa 4-6 metri consente lo scorrimento affiancato in ambo le direzioni ed il sorpasso. Non è previsto transito pedonale, o nel caso è del tutto separato. La pista ciclabile più consultata sul web è quella della della ciclabile di Limone sul Garda, la più innovativa in Italia sarà quella che prenderà vita a Villasimius in Sadegna che sarà la prima ciclabile solare. In materia di ecologia in Olanda dopo la pista ciclabile fatta con la carta igenica, ora si passa a quella con la plastica riciclata. I primi trenta metri fatta di bottiglie, tappi, sono stati realizzati a Zwolle.

Foto Pixabay

Marzia Dal Piai: giornalista professionista con esperienza ventennale in diversi campi del giornalismo sportivo, enogastronomico e non solo.