Itinerario in bicicletta tra Lucca e la sua Villa Reale
Stretta tra le mura cinquecentenarie, lambita dal fiume Serchio e invasa dal popolo dei comics per il Festival internazionale del fumetto – che quest’anno ha all’attivo 240mila visitatori e 400mila presenze stimate -, Lucca è una città a misura di bicicletta, consapevole di avere un’anima a due ruote. Ad accogliere i turisti il primo bike rent è sulla piazza della stazione centrale, ma tanti altri se ne trovano lungo la fortificazione che ne cinge il perimetro per quattro chilometri.
Il centro storico ha una corona muraria fatta di 12 cortine e 11 bastioni, edificati tra il 1513 e il 1650. Se ai tempi della Repubblica di Lucca fu concepita come baluardo all’indipendenza lucchese contro le mire espansionistiche di Firenze e del Granducato di Toscana, in tempi più recenti è diventata una suggestiva passeggiata e la meta preferita per ciclisti e joggers. Le Mura sono immerse in 96 ettari di verde, mantenute e arricchite in tutta la loro bellezza rinascimentale per oltre cinque secoli.
Tra i numerosi itinerari ciclabili dentro e fuori la cinta urbana, quello tra le ville lucchesi è dedicato agli amanti dell’arte e della storia, dell’architettura e del paesaggio. La Piana di Lucca e la zona collinare limitrofa è costellata dalle residenze estive della nobiltà toscana e internazionale. Palazzi da sogno con parchi immensi e curati, costruiti fra il XV e il XIX secolo dalle classi più agiate per godere dell’atmosfera bucolica, attorniate da intellettuali e artisti. L’Associazione delle Ville e dei Palazzi Lucchesi propone un giro che dalla città include Villa Bernardini, Villa Torrigliani, Villa Mansi, Villa Reale, Villa Oliva e Villa Grabau.
Delle sei splendide residenze della Lucchesia la Reale di Marlia, a Capannori, non ha nulla da invidiare alle regge delle antiche corti europee. Tant’è che la sorella di Napoleone, Elisa Bonaparte Baciocchi, a inizio Ottocento fu pronta a sborsare una cifra all’epoca esorbitante al conte Orsetti per ottenerla. E non contenta ampliò la proprietà annettendo la Villa del Vescovo. Qui suonava Niccolò Paganini per l’Europa dal sangue blu.
Negli ultimi anni la residenza Pecci Blunt è stata trascurata, e messa in vendita per 45 milioni di euro dagli eredi della contessa. Due mesi fa è stata infine acquistata da un magnate russo sul cui nome resta stretto riserbo. Questo gioiello d’Italia alle porte di Lucca è oggi uno scrigno chiuso. Le chiavi sono finite nelle mani di investitori stranieri, che progettano un museo nella Villa blindata e un albergo di lusso nella Palazzina dell’Orologio.
Al momento solo il meraviglioso parco di 16 ettari resta accessibile ai turisti ( tutti i giorni dalle 10 alle 18 dal primo marzo al 31 ottobre mentre in inverno la visita è solo su prenotazione). E vale tutta la visita. L’orchestra di uccelli nascosta tra gli alberi canta la Pastorale di Beethoven. L’aria che sa di verde e le panche di pietra trapuntate di muschio.
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La grotta del dio Pan, che sembra fatta per graffiare gli occhi. Le rose del giardino spagnolo e il profumo nel giardino dei limoni. Il sipario di piante del Teatro di Verdura, coi suoi personaggi in cerca d’autore e il dedalo di verde che avvolge il retroscena. La Villa e le colline all’orizzonte, il laghetto rivestito dai colori d’autunno e da cupole affrescate di natura.
A visitare la villa si incrociano inglesi, francesi, e qualche gruppo di italiani un po’ in là con l’età. Eppure sembra il luogo ideale per mostrare ai giovani la grande Bellezza.
Silvia Ricciardi