Segnaletica stradale per ciclisti, 7 cartelli strani dal mondo

Chi va in bici è abituato ai cartelli stradali classici. Alla segnaletica che indica la presenza di una pista ciclabile, se c’è una ciclopedonale, ai quadrotti per l’attraversamento. Insomma, tutto nell’ordinario: segnali standard, dei quali si sa il significato, con la relativa regola da applicare. Curiosando in giro per il mondo, però, ci si accorge della presenza di altri cartelli, da quelli più bizzarri agli altri che sono indice di un’attenzione particolare nei confronti di chi si sposta o viaggia in bicicletta. Eccone una selezione. E se c’è qualcuno che va in bici ed è goloso di mango, occhio, se si trovasse di passaggio a Mango Hill, nel Queensland, in Australia.

Attenzione … ai binari

Chi va in bici, lo sa. I tombini con le fessure, per dire, se posizionati in verticale rispetto al senso della pedalata, sono una tragedia. Ci si finisce dentro con la ruota: sì, vanno messi in orizzontale. Per non dire dei binari del tram. Lungo la NW 11th Ave – e in altri luoghi della città – a Portland, nell’Oregon c’è un segnale stradale mai visto in Italia. Invita i ciclisti a fare attenzione, a non fa finire con la ruota, appunto, fra i binari. Sennò, si gira il manubrio e si fa un bel volo. Un cartello simpatico e utile, in una delle città indicate fra le più amiche della bicicletta negli Usa.

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Attenzione … alle curve strette

In discesa ci si lascia andare. Se si è in viaggio in bici, è il momento per godere di un po’ di aria in faccia, riposarsi, guardarsi intorno. Con la bici da corsa, poi, la discesa è un’arte. Però se la strada è davvero ripida e le curve sono strette, un cartello invita alla prudenza. E a scendere dal sellino, per portare la bici a mano.

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Attenzione a … Superman

Sempre a proposito di discesa, soprattutto in bici da corsa. C’è la posizione fuori sella alla Pantani, quella col petto schiacciato in avanti alla Froome, per dirne alcune. Peraltro da poco l’Uci ha deciso di vietare proprio la “super tuck” – quella prediletta dal ciclista britannico – pena una multa per condotta pericolosa. E poi c’è la posizione da Superman, con tanti video in rete con discese a rotta di collo. Lungo la Altamont Road, sulle Los Altos Hills, in California, non si può, è vietato: lo dice anche un cartello esplicito.

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Attenzione al … punto pericoloso

Al di là dell’ironia che alcuni cartelli possono suscitare, altri offrono un servizio serio e ragionato ai ciclisti, specie urbani. Sono quelli che indicano zone nelle quali, nel tempo, più si sono registrate collisioni, incidenti, coinvolgendo ciclisti che hanno riportato lezioni anche gravi. Questo cartello a Bath, in Inghilterra, invita a rallentare, in prossimità, appunto di un “black-spot”.

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Attenzione ai … manghi!

I tombini, i binari, i vetri a bordo strada, quante ne deve affrontare un ciclista. Ma chi pedala sulla Mango Hill, nel Queensland in Australia, deve fare attenzione ai frutti che cadendo sull’asfalto lo rendono scivoloso. Ed ecco il cartello: il pittogramma di una bici, su strada difficile da controllare e un “Mangoes” cubitale.

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Attenzione … agli atleti in allenamento

Sono molte le strade in Brasile, con questi cartelli. Invitano gli automobilisti all’attenzione, essendo quelli dei percorsi frequentati da persone in bicicletta. Che siano atleti, o amatori. Un segno di rispetto nei confronti dei ciclisti.

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Attenzione al … metro e mezzo

In Spagna, per legge, quando si sorpassa una persona in bicicletta bisogna lasciare uno spazio fra la stessa e l’automobile di almeno un metro e mezzo. Di più: si parla proprio in questi giorni di una nuova norma, che prevede – per l’automobilista – di ridurre la velocità durante il sorpasso. La velocità alla quale si sta pensando, deve essere di 20 chilometri all’ora in meno rispetto al limite già indicato. Per intenderci, se il limite è di 50, il sorpasso andrà fatto a meno di 30 all’ora. Nella foto, il cartello che ho trovato lungo il Cammino di Santiago, sul Cammino francese, in una delle intersezioni fra il sentiero e la strada asfaltata.

by alessandro ricci
Alessandro Ricci: