Utrecht, una “follia” olandese da visitare in bicicletta

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In Olanda in bicicletta per visitare Utrecht e i suoi dintorni

Utrecht in Olanda, per molti in Italia è solo la città natale di due stelle del calcio che hanno giocato nel nostro campionato di serie A, Marco van Basten, nel Milan e Wesley Sneijder, nell’Inter, per altri, è la sede dell’università, dove  magari hanno passato i mesi del progetto Erasmus, per altri ancora è la città natale di Sylvia Kristel, l’attrice che interpretando nel 1974 il ruolo di Emanuelle, divenne il sogno di molti.

 

 

 

 

 

 

Per noi di www.viagginbici.com Utrecht è la città dove tra poco verrà inaugurato nei pressi della stazione, il più grande parcheggio per biciclette al mondo. Saranno 12.500 quelle che potranno essere “parcheggiate”.  Partendo da questa notizia, abbiamo voluto visitare, naturalmente in bicicletta, la città e i suoi dintorni, per cercare di capire come mai le due ruote sono così amate e utilizzate.

 

 

 

 

 

Gli abitanti di Utrecht sono circa 335.000 di cui il 70% ha meno di 44 anni, e praticamente tutti usano la bicicletta. L’università della città è la più grande dei Paesi Bassi, con circa 30.000 studenti e naturalmente anche loro usano la bicicletta. Anche in piena notte, i ragazzi che escono dai locali dell’ateneo, scendono nel parcheggio per biciclette costruito sotto il cortile interno e utilizzano le due ruote per tornare a casa.

Con una tale quantità di biciclette, le ciclabili sono davvero molte, circa 250 km e noi prenderemo una di queste per visitare i dintorni della cittadina, andremo fino al castello di De Haar.

 

 

 

 

 

 

 

Il percorso parte dalla cima della torre del Duomo. Dalla cima, certo, perché non si può venire a Utrecht e non salire i 465 gradini che separano il piano stradale dalla guglia della torre a 112 metri di altezza, da dove nelle giornate di sole è possibile ammirare il panorama a 360° e vedere anche Amsterdam. Naturalmente oltre al panorama, essendo la torre, il campanile più alto e antico di tutta l’Olanda, è possibile anche ammirare e magari suonare con il martello, una delle sue 13 campane  che vanno dai 400 kg alle 9 tonnellate di peso.

 

 

 

 

 

 

 

Dopo esserci scaldati i muscoli salendo e scendendo i 465 scalini, prendiamo le nostre biciclette. Il centro città e completamente pedonale, e quindi è facile girarlo e perdersi a guardare i canali lungo i quali è un infinito susseguirsi di locali sempre pieni di ragazzi intenti a studiare e sorseggiare qualche cosa.

 

 

 

 

 

 

 

Alla periferia della città troviamo e seguiamo fiume Vecht  fino al castello di “Slot Zuylen” nei pressi di Oud-Zuilen, un piccolo paesino con delle bellissime ville, tutte perfettamente tenute e l’immancabile ponte che si alza al passaggio delle barche dei residenti. Il castello, le cui costruzione è iniziata nel 1250, ora conserva alcune collezioni di porcellane, pitture, arredi, vetri. Dal 1952 il castello è della fondazione che ne cura la gestione ed è aperto al pubblico per visite e manifestazioni varie.

 

 

 

 

 

 

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Risaliti in bici seguiamo la ciclabile per il castello di  De Haar, che attraversa la campagna olandese fino al parco che al suo centro ha la nostra meta. Lasciamo le biciclette nel cortile interno della biglietteria e entriamo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il castello e il parco sono stati recentemente sottoposti ad importanti opere di restauro, e ora sono tornati al loro antico splendore, degno del più grande castello olandese. Nella visita scoprirete le cucine monumentali, gli appartamenti  dei proprietari, le sale delle feste e dei loro ospiti. A proposito di feste: qui si è svolta la festa per il matrimonio del “Cigno di Utrecht” il già citato Marco van Basten.

Usciti e riprese le bici, anziché tornare per la stessa strada (da Utrecht sono circa 12 km) allunghiamo il percorso di pochi chilometri e ci dirigiamo verso il paese di Breukelen. La piccola cittadina è “famosa” perché ha dato il nome al ben più famoso quartiere di New York: Brooklyn. Essendo i primi coloni Olandesi,  quando arrivarono nel nuovo mondo, diedero alle terre i nomi delle loro città di partenza.

 

 

 

 

 

 

 

Un altro esempio è Haarlem, cittadina poco a ovest di Amsterdam, che da il nome al celebre quartiere abitato dagli Afro Americani. La stessa Amsterdam, diede il primo nome a quella che attualmente è New York. Nel 1624 dove attualmente è la grande mela, gli olandesi costruirono un forte e gli diedero il nome di Nieuw Amsterdam; venne anche costruita una palizzata per difendersi dagli inglesi del New England. Quando questi ultimi si impossessarono della città, in onore di Giacomo Stuart, Duca di York e Albany e Re d’Inghilterra dal 1685, la chiamano New York. La palizzata che era stata eretta dagli olandesi, chiamata dagli inglesi wall, cioè muro, dà il nome alla strada che la costeggia e che oggi è Wall Street, il tempio del capitalismo.

Dopo questa piccola “lezione” di storia, riprendiamo a pedalare, superiamo Maarsen piccola località lungo il canale, e ci ritroviamo al mulino che avevamo superato prima. Da qui ripercorriamo a ritroso la strada che ci porta al centro della città. Alla fine avremo percorso circa una trentina di chilometri.

 

 

 

 

 

 

 

Dopo qualche minuto di riposo nel nostro Hotel  una vecchia clinica oculistica, ristrutturata e trasformata in albergo, ci dirigiamo a cena nella zona pedonale e scegliamo il  “Vis en Meer”,  che come si intuisce dal nome, offre specialità di mare. E qui abbiamo l’ennesima sorpresa olandese. La cena è a base di “Astice di Oosterschelde”. Una varietà di astice, tutta locale, pescata a pochi chilometri da qui, nella provincia di Zeeland, caratterizzata dal colore blu cobalto, che può raggiungere una lunghezza di 40 centimetri. Una volta cotti, il colore cambia in rosso porpora.

 

 

 

 

 

 

 

Questa tipologia di crostacei sono un presidio Slow Food. La stagione di pesca è molto breve (dura dal 1° aprile al 15 luglio), la cattura è condotta su piccola scala e le tecniche sono disciplinate in modo rigido. Inutile dirvi che tutto questo si ritrova nel gusto dei piatti. Un ultimo suggerimento per la cena, se avete voglia di fare qualche chilometro appena fuori la città, andate a Loenen e il ristorante si chiama Tante Koosje . Perché ve lo segnaliamo? Avere un ristorante stellato Michelin vicino e non saperlo, non è una bella cosa.

Dopo questa veloce conoscenza possiamo dire che Utrecht è molto di più di buoni giocatori di calcio, dell’università, di Emanuelle e della bicicletta, è davvero il centro dell’Olanda, non solo fisicamente, ma anche nello spirito. Uno spirito che ha portato gli olandesi a forgiare un detto “Comportati normalmente, sei già abbastanza folle” che se volete davvero capire, vi conviene organizzare un viaggio da queste parti.

Per ogni informazione : http://www.visit-utrecht.com/

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giordano roverato: Appassionato di bicicletta, vita all'aria aperta e comunicazione digitale