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Si chiama idmatch ed è un sistema di valutazione biomeccanica dedicato in particolare al ciclismo; ideato una decina di anni fa, idmatch opera attraverso tecnici che si affidano a protocolli di valutazione codificati, utilizzando sofisticati strumenti di rilevazione antropometrica: il Professor Luca Bartoli è uno degli ideatori, è consulente scientifico e tecnico, da anni impegnato nello sviluppo di metodi di allenamento per il ciclismo e sistemi di analisi biomeccanica per questo sport. Viagginbici lo aveva già intervistato, parlando dei luoghi comuni più frequenti relativi alla posizione sulla bicicletta; torniamo nuovamente a interpellarlo, per spiegare e interpretare una statistica molto interessante relativa alle analisi idmatch condotte di recente su ciclisti di tutto il mondo.
In vent’anni una “rivoluzione” biomeccanica
«I dolori del ciclista di oggi sono diversi da quelli di una volta. – esordisce Bartoli – Ce lo indicano chiaramente fonti idmatch, che negli ultimi anni ha costruito un campione di ben 20.000 utenti, che comprende sia ciclisti agonisti, sia ciclisti della bici da corsa, della mountain bike, sia cicloturisti o pedalatori sportivi occasionali. La domanda che negli ultimi anni abbiamo rivolto a tutti loro è quali fossero le problematiche più frequenti da loro percepite in bicicletta. I risultati statistici ci forniscono un quadro sostanzialmente diverso da quello che accadeva quindici, venti anni fa».
Mani in testa alla classifica: i numeri della statistica
Ecco allora nell’ordine le principali problematiche riferite dagli utenti delle analisi idmatch.
Per ragioni di semplificazione limitiamo l’elenco ai primi sei distretti corporei; espressi in percentuale sono i seguenti:
- 57%: problemi alle mani
- 32%: lombalgia
- 30%: dolori al collo
- 30%: dolori al ginocchio
- 24%: dolori ai piedi
- 13%: problemi di appoggio sella
«Queste indicazioni sono molto significative ed importanti, – commenta Bartoli – stanno a significare che negli anni noi tecnici biomeccanici siamo diventati più bravi, perché venti anni fa i problemi più frequenti erano quelli relativi all’appoggio sella e poi al piede. Ora invece sono decisamente retrocessi, evidentemente grazie all’utilizzo di sistemi giusti e all’adozione di pratiche biomeccaniche corrette».
Perché quelli alle mani sono oggi i dolori principali del ciclista moderno?
«A mio avviso l’alta incidenza di problematiche riferite alla mano è dovuta alla diffusione negli ultimi anni di manubri integrati sulle biciclette, o in genere di biciclette che obbligano o inducono il ciclista a tenere il manubrio troppo basso e/o troppo avanzato. In questo caso le mani devono necessariamente sopportare un carico superiore, che è la ragione delle tante problematiche che possono afferire questa parte del corpo».
Quando il dolore è lombare
Quello alla base della schiena continua evidentemente a essere un dolore ricorrente del ciclista. Perché accade questo Professore? «Si parla di problemi alla cosiddetta cerniera lombare, ossia quella porzione corporea che mette in relazione parte inferiore e superiore. In bicicletta, ipotizzando una posizione corretta, questa parte dovrebbe rimanere quasi immobile durante la pratica; se al contrario si muove significa che da altre parti c’è uno squilibrio e in questo caso è naturale che faccia male. Preso singolarmente, il movimento della cerniera lombare non arreca alcun disturbo, ma il problema del ciclismo è che in caso di squilibro un movimento del genere lo andrò a ripetere per ore e ore, ad ogni pedalata, e alla fine è logico che diventi un dolore. Non a caso quando si parla di dolori sulla bicicletta si parla spesso di problemi da sovraccarico funzionale, proprio perché ci riferiamo a movimenti che presi singolarmente non danno in genere disturbo, ma che diventano problematici se li si ripete a lungo nel tempo. È appunto sempre per questo motivo che in bicicletta il dolore lombare non sopraggiunge mai subito, ma in genere dopo un paio d’ore. Fino a quel momento il fisico riesce ad adattarsi, poi non più».
Dolori al collo, colpa del cattivo allineamento
«I dolori alla zona cervicale – spiega Bartoli – sono generalmente causati da un cattivo allineamento tra la colonna vertebrale e la porzione cervicale di quest’ultima. Il problema è che nella pratica ciclistica si è obbligati a guardare la strada, di conseguenza a ruotare il capo. Quando quella rotazione non è entro un angolo fisiologico è chiaro che avrò dei problemi».
Per risolverli basta alzare il manubrio?
«Forse sì. Ma non solo: probabilmente oltre ad alzarlo servirà anche intervenire nel suo avanzamento o arretramento. La posizione del manubrio va sempre interpretata in senso bidimensionale, sia verticale che orizzontale; biomeccanicamente parlando i due valori sono strettamente legati».
Ginocchia doloranti? Guardare prima ai piedi
C’è una gerarchia precisa nelle due cause che scatenano problematiche alle ginocchia, ma in entrambe i casi vanno distinte da eventuali problematiche intrinseche che possano riguardare queste articolazioni: «Se il ciclista non ha a monte problemi intrinseci nel ginocchio, i dolori che possono colpire in bicicletta questa articolazione sono dovuti in primo luogo ad una errata posizione del piede nella sua connessione con il pedale. In secondo luogo, invece, i problemi alle ginocchia possono derivare da una errata posizione di seduta, ovvero a un allineamento di spinta non corretto, che a sua volta incide sulla fisiologica compressione vettoriale del ginocchio. Le ginocchia sono articolazioni strutturate per subire un carico entro un certo grado; quando lo si supera, ad esempio perché si è allineati male in bicicletta, il risultato non può che essere un sovraccarico alla lunga dannoso».
Piede: un dolore, due cause
«I problemi al piede sono originati fondamentalmente da due ragioni, che spesso sono svincolate l’una dall’altra. Il primo è la scarpa non idonea. Diciamo che al giorno d’oggi tutte le scarpe da ciclismo sono strutturalmente concepite per essere idonee e ben concepite, ma il problema è capire se quella scarpa è adatta al tuo piede, se ha una calzata adatta alla tua anatomia. La seconda causa di problema alla pianta è la mancanza di equilibrio nella posizione del piede, ovvero se il piede è fissato male al pedale attraverso la tacchetta di aggancio».
Quindi utilizzando pedali liberi si può eliminare questa causa?
«Sì, in questo senso utilizzando i pedali liberi non si rischiano problematiche; inoltre le scarpe per pedali liberi sono anche generalmente più morbide, quindi si rischiano anche meno problematiche legate alla forma della tomaia. È chiaro, però, che se si fa ciclismo sportivo o agonistico è difficile fare a meno del pedale a sgancio».
Se il sottosella fa soffrire
Per fortuna quelli al sottosella sono retrocessi nella “classifica” dei dolori frequenti del ciclista, ma questo non significa che siano del tutto scomparsi: «I problemi in questo caso hanno una duplice origine, la sella non idonea e l’orientamento della sella rispetto al telaio. Una sella può essere non idonea sia nella sua larghezza, sia nella curvatura del suo profilo laterale. In realtà, anche una sella perfettamente idonea può dare grossi problemi se non è orientata bene, quindi quando è montata male sia come avanzamento, sia come inclinazione».