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In fuoristrada la posizione in sella è generalmente eretta, diversa da quella bassa del ciclismo su strada; in fuoristrada non ci sono tacchette di aggancio fisso tra scarpa e pedale, che invece si ritrovano sulla “specialissima” da asfalto; e ancora nel fuoristrada la presenza di sospensioni rende la marcia oggettivamente più comoda rispetto a quella sulle bici da asfalto.
Spesso questa serie di considerazioni porta i biker a sottovalutare gli aspetti biomeccanici legati alla posizione, ad assegnare minore importanza al corretto posizionamento sul mezzo.
Si tratta di un malinteso che nel migliore dei casi di traduce in perdita di efficienza; nel peggiore dei casi peggiori produce dolori muscolari, articolari o limitazione nei movimenti.
Ma deve essere chiaro a tutti: a prescindere dalla disciplina considerata, ogni specialità delle due ruote ha le sue problematiche intrinseche, in funzione della specificità del gesto di pedalata e soprattutto dello strumento meccanico che si utilizza.
I dolori del biker, in questo senso, possono essere altrettanto frequenti e importanti rispetto a quelli di chi pedala su asfalto. Vediamo il perché e vediamo quali sono.
Si pedala e si cammina
Parlando di dolori connessi alla pratica ciclistica si è portati a parlare solo di posizione. In realtà nella mtb ci sono due fattori spesso sottovalutati: la sollecitazione meccanica prodotta dalle asperità del terreno e il fatto che nel fuoristrada si cammina molto a piedi.
Non solo: la scarpa che si usa nella mtb generalmente non è una scarpa progettata per camminare. Questo può creare problematiche di gestione del movimento, dolori alla zona plantare o peggio sovraccarichi nell’articolazione tibio-tarsica.
Per questo la valutazione del tipo di scarpa da usare in mtb andrebbe sempre fatta in funzione del tipo di attività che intendiamo fare, ovvero in funzione di quanti tratti a piedi ci aspettiamo caratterizzare le nostre uscite.
Occhio alle ginocchia
Rispetto al ciclismo su strada la frequenza di pedalata nel mountain biking è molto più bassa: significa che il piede compie meno rivoluzioni, ma allo stesso tempo si riscontra una maggiore applicazione di forza nell’unità di tempo. Questo significa maggiore lavoro a carico delle articolazioni: ginocchia e caviglie prime tra tutte, che in questo senso sono maggiormente esposte ai sovraccarichi ed eventualmente all’insorgenza di problematiche articolari laddove la posizione in sella non fosse corretta.
29 pollici: inadatte alle taglie small
L’avvento delle mtb con ruote da 29 pollici, le cosiddette 29er, ha portato ad una serie di problematiche biomeccaniche di non poco conto. Il desiderio di disporre di una tipologia di bici che è oggettivamente la più frequente e anche la necessità del mercato di semplificare i processi di produzione ha condotto le 29 pollici a diventare le bici per tutti: uomini, donne e anche individui di piccola statura, per i quali i costruttori hanno approntato taglie S o addirittura XS.
In realtà, per questi ultimi anche la taglia piccola di quelle disponibili può risultare inadatta, visto che le quote del telaio e il suo sviluppo angolare non possono fare al caso di individui con quelle caratteristiche antropometriche. Il rischio, in questo caso, non sono solo dolori o problematiche particolari, ma più che altro il fatto che le persone molto piccole non riusciranno mai ad apprezzare quelle bici rispetto alle caratteristiche di guida per cui sono state progettate.
È impossibile fissare un limite preciso, ma in ogni caso è fuori di dubbio che, per individui con altezza inferiore ai 165 centimetri, anziché le 29 pollici sarebbero preferibili le vecchie taglie piccole delle mtb da 26 pollici.
Attenzione al manubrio
Parallelamente alla affermazione delle mtb da 29 pollici a fare un passo in avanti in direzione dell’oversize è stato anche il manubrio, che nelle mtb di oggi è oggettivamente molto largo, fino a 78 centimetri. Il manubrio è in realtà un componente essenziale per definire stile di guida e posizione in sella nel fuoristrada. Non è un caso che i manubri da mtb nascano per essere potenzialmente tagliati a misura rispetto alla statura dell’utilizzatore; molti non lo fanno sia per l’impressione di maggiore stabilità che trasmette loro una curva larga, sia per paura di rovinare il componente …
In realtà, un manubrio troppo largo accorcia eccessivamente la distanza rispetto al torace, di conseguenza modifica la distanza sella-manubrio in modo da alterare le corrette proporzioni angolari. Una bici con manubrio largo è una bici che non si guida come si dovrebbe, espone molto più a rischio caduta nei tratti tecnici; inoltre, a livello biomeccanico, espone di più il collo – e ancor prima di questo i polsi – ai colpi e ai sovraccarichi tipici del fuoristrada, perché le strutture articolari saranno soggette ad angoli di lavoro eccessivi.
Sella, l’imbottitura viene dopo
L’opinione comune vuole che le selle imbottite siano le più adatte per l’off-road, sulla base del ragionamento per cui uno scafo più morbido attutisce meglio i colpi frequenti che si ricevono dal terreno in questa specialità.
In realtà, come abbiamo già scritto qui, la sella migliore da mtb si deve scegliere prima di tutto per un discorso di dimensione e di adeguatezza rispetto alle proprie caratteristiche antropometriche, e solo in seconda (o terza?) battuta in funzione del grado di imbottitura.
Altri parametri importanti per definire una sella da off road sono l’inclinazione giusta alla quale viene fissata sul reggisella (può cambiare molto se si considerano le mtb biammortizzate), la presenza di un foro di scarico della pressione e non da ultima la lunghezza; in questo senso le moderne selle cosiddette “corte” (ovvero con una lunghezza di due, tre centimetri inferiore rispetto a quelle convenzionali) hanno aiutato molto i biker a trovare una seduta “agile”, che cioè consente al fisico di muoversi velocemente in senso anteriore o posteriore per assecondare il tipo di fondo su cui si sta pedalando o per adattare rispetto a quest’ultimo il baricentro dei pesi.
Solo dopo aver valutato tutti queste caratteristiche potremo davvero preoccuparci di come deve essere l’imbottitura della sella. E appunto, se la sella da fuoristrada farà ancora male la presenza di un’imbottitura minimale potrebbe essere l’ultima delle cause.