La bici è democratica: quando politici e re scelgono la due ruote

Di solito appare sempre nel periodo delle elezioni. Spesso abbinata a improbabili tentativi di greenwashing, per dare un’immagine di politico vicino all’interesse per l’ambiente, che però sale sul sellino solo stando nello studio del fotografo, consigliato dallo spin-dottor di turno. Tendenza, questa, molto italiana, ma anche all’estero non mancano foto di candidati che pedalano su improbabili biciclette, spesso con il sellino tutto abbassato. E poi è la protagonista di giri in città organizzati giusto qualche giorno prima delle elezioni, abbinata magari all’inaugurazione di pochi metri di ciclabile che parte dal nulla e finisce nel nulla, così giusto per dire che è stata fatta. Sfiorando spesso il ridicolo. Per fortuna, però, non sempre è così. E – non in Italia, se non per pochissimi casi – ci sono rappresentanti della classe politica che con naturalezza fanno dell’uso della bicicletta una scelta normale, quasi scontata. Ispirandosi all’ultima curiosità legata alla cyclette del neopresidente Usa Joe Biden, raccontiamo un po’ quando il politico sceglie la bicicletta.

Biden nel peloton

Eccoci alla Casa Bianca, dunque. Con un problema sollevato proprio in questi giorni dagli esperti della sicurezza, legato alla passione di Joe Biden per la sua Peloton, una cyclette super tecnologica con tanto di telecamera e microfono, fino al collegamento online con altri utenti. Del resto, se la cyclette si chiama Peloton, termine francese caro agli appassionati di ciclismo, che indica appunto il “gruppone” un motivo ci sarà. E senza telecamere, microfono, senza interazione con gli altri collegati al momento, che gusto c’è? Però forse il Presidente dovrà frenare gli entusiasmi nel nome della cybersecurity. E fare come Michelle Obama che aveva anche lei una Peloton, ma modificata, senza cioè telecamera e microfono.

Daje in bicicletta

E fin qui, siamo nell’ambito della bici statica. Passando a quella per gli spostamenti urbani, l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino aveva fatto della sua Lombardo a pedalata assistita un simbolo. Usata per spostarsi in città, per gli appuntamenti istituzionali, oltre le foto di rito del primo giorno al lavoro insomma. Diciotto i vigili urbani che al tempo si alternavano, due alla volta, dandosi il cambio per seguire il primo cittadino in bici. Una scelta, quella della bici, che non aveva mancato di sollevare ironie e polemiche. Stesso modello di bici per l’ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Graziano Delrio, che a suo tempo fu anche criticato per via di una foto che lo ritraeva pedalando senza mani – cosa vietata dal codice della strada, come subito si fece notare – mentre raggiungeva la sede del Ministero. E vabbè. Peraltro il politico continua ad usarla senza tanto clamore e fronzoli. Anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, è solito farsi vedere spesso in bici, come accadeva anche per l’ex di Milano, Giuliano Pisapia. Per non dire di Matteo Renzi, in sella in camicia bianca. Spostandosi sulla destra della carreggiata, anche Daniela Santanchè è stata spesso vista in bici e fotografata nei dintorni di piazza Montecitorio. Pure Silvio Berlusconi è salito in sella – oltre che ad essere “sceso in campo” quando fu – e ci sono foto che lo ricordano sulle prime bici del bike-sharing milanese con l’allora sindaca Letizia Moratti.

Prodi sullo Stelvio

Non ha mai nascoso la sua passione per le due ruote, l’ex premier Romano Prodi. E fra i vari politici italiani che si dedicano alla bicicletta è uno dei pochi che ne fa anche un uso sportivo. E di recente, nello scorso settembre a 81 anni, ha affrontato il versante altoatesino dello Stelvio, raggiungendo i 2.750 metri del Passo. In sostegno della causa della Maratona Alzheimer. Nella foto di rito sotto il cartello del Passo, è con la sua bella Passoni in titanio.


La bicicletta reale

I politici olandesi sono quelli ai quali si fa sempre riferimento, quando si vuole portare l’esempio di chi utilizza la bici a prescindere dal proprio ruolo sociale. E così c’è il dimissionario premier Mark Rutte non ha problemi a usare la sua Koga nera negli spostamenti, personali nonché istituzionali. L’ha scelta anche per raggiungere il palazzo reale e rassegnare le sue dimissioni, pochi giorni fa, in seguito allo scandalo legato ai sussidi all’infanzia. Non da meno la regina Máxima Zorreguieta, che in sella spicca con i suoi abiti sgargianti. Chi non solo va in bici ma promuove serie politiche dedicate al suo utilizzo è la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo come abbiamo raccontato in A Parigi, tra cinema in barca e Vèlib’ gratuito  e qui, parlando di Una città in bici da vivere in quindici minuti, una smart city.

foto ansa

Un biondo in fuga

Un fan da sempre della bici è Boris Johnson. Il primo ministro inglese, di recente, ha fatto scalpore per una pedalata che lo ha portato a sette miglia lontano da casa – poco più di 11 chilometri – superando così i limiti dell’attività fisica consentita “in prossimità” della propria abitazione. Un’interpretazione delle norme che infiamma il dibattito non solo in Italia, dunque. Stando in Spagna, c’è lottimo esempio di Giuseppe Grezzi, lucano trapiantato in Catalogna, a Valencia. Per il comune dellla città ricopre il ruolo di coordinatore del settore mobilità sostenibile e spazio pubblico, con politiche attive e costanti dedicate al tema. E spostandosi, va da sé, sempre in bicicletta. Nella foto qui sotto del 21 gennaio festeggia il passaggio del ciclista numero 5milioni in meno di quattro anni lungo l’Anell ciclista – l’anello ciclabile di 4,7 chilometri all’interno della città – inaugurato nel marzo del 2017.

le foto sono state prese dagli account personali, pixabay e ansa

 

Alessandro Ricci: